“Ghe né do tipi de tas, el tas can e el tas porzel”: alla scoperta del tasso con il tecnico faunista Fabio Dartora

“Me nono me ha ita che ghe né do tipi de tas, el tas can e el tas porzel. Dopo la guerra se magnea anca i tassi ma no el tas can, solche el tas porzel”: nei paesi dell’Alta Marca Trevigiana si è sentita spesso questa frase in riferimento alla presenza del tasso nelle nostre aree.

Grazie al tecnico faunista Fabio Dartora, esperto in monitoraggio della fauna selvatica, Qdpnews.it inizia un nuovo viaggio alla scoperta degli animali che popolano i boschi e le campagne trevigiane.

Dopo il carbonaz e il rospo comune, il protagonista dell’approfondimento di oggi è il tasso: un animale che spesso si incontra la sera quando ci si sposta in macchina in aree boschive ma anche in campagna. (vedi video).

“Spesso – spiega il tecnico faunista Dartora – del tasso conosciamo solo questa versione, ma c’è una verità nascosta su questo sorprendente mustelide. In realtà, quello che chiamavano “tas can” non era altro che il tasso in primavera. Infatti, dopo il letargo, appare magro e sembra che abbia le zampe più lunghe, ma non è affatto più alto e ha solo molto meno grasso. Invece, quello che chiamavano “tas porzel” era lo stesso tasso visto però in autunno prima del letargo: infatti appariva grasso e goffo come un maialino”.

“Il tasso – continua il pederobbese Dartora – è il più grande rappresentante italiano dei mustelidi, una famiglia dell’ordine dei carnivori, ha un peso che varia dai cinque ai dodici chilogrammi circa e una lunghezza di circa un metro. Il mantello è grigio, con zampe e pancia nera, e il muso a fasce bianche e nere, le orecchie sono corte e la coda corta di colore bianco/ocra. Gli occhi sono piccoli e neri, non ha molta vista e si affida al suo straordinario olfatto che lo guida durante le scorribande notturne”.

tasso 2

“Il tasso – precisa il tecnico faunista – esce nelle ore notturne dalla sua tana, un complesso incrocio di gallerie che portano a una o più camere, infatti il tasso è un ottimo scavatore e lo si capisce anche dalle sue zampe robuste dotate di lunghe unghie nelle anteriori. Si nutre, come un vero onnivoro, di frutta, insetti, lombrichi, chiocciole e tutti quei vertebrati che riesce a scorgere indifesi durante la notte come rettili, anfibi e piccoli mammiferi. Si nutre inoltre anche di larve di vespe terricole e di uova di formiche”.

“Nel corso della notte – continua – lascia molti segni della sua presenza che di giorno ci inducono a capire se nei dintorni ci sono dei tassi. Infatti, scava continuamente piccole buche per alimentarsi di invertebrati o di tuberi o spesso anche per predare i nidi di vespe terricole. Nei pressi della tana, possiamo notare le latrine e il tasso fa i suoi escrementi concentrandoli all’interno di piccole buche. Vive in gruppi familiari e le sue tane vengono usate per molti anni. Spesso sono occupate anche dalla volpe e, se la tana è abbastanza grande, le due specie possono anche convivere: per la volpe trovare uno scavo così imponente e sicuro è un’opportunità da non perdere”.

“Ricordo – conclude – quando, collaborando con un centro di recupero per fauna selvatica in difficoltà, mi sono ritrovato ad allevare un piccolo tasso, il cucciolo aveva ancora gli occhi chiusi ma tra biberon e mille accortezze è diventato un gran bel tasso: questo mi ha permesso di studiare da vicino la sua vita nascosta. Un’esperienza indimenticabile”.

(Fonte: Andrea Berton © Qdpnews.it).
(Foto e video: per gentile concessione di Fabio Dartora e Ivan Mosele).
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