I bruscandoli, il bottino dei raccoglitori d’erbe spontanee di oggi e di ieri: “Ne ho magnà talmente tanti, che vede i spiriti”

Con l’arrivo della primavera, che porta anche nei territori del Quartier del Piave l’alternanza di giornate calde e soleggiate a giorni umidi e piovosi, nei sottoboschi o nei campi limitrofi ai paesi iniziano a sbocciare i primi germogli: quelli che comunemente prendono il nome di primizie.

Una delle tipologie di erbette primaverili più conosciute sono i bruscandoli, le cime del luppolo selvatico, che crescono in aree incolte in riva ai fiumi, nei roveti e in mezzo alle siepi.

Queste piante si presentano con un gambo di circa venti centimetri, alle cui estremità è presente il germoglio, ovvero la parte più gustosa. Per raccoglierli è consigliabile munirsi di sacchetti di carta o di ceste, in quanto la plastica non permette a queste erbe spontanee una sufficiente respirazione.

Come per la raccolta dei funghi, anche quella dei bruscandoli diventa per alcuni appassionati una sorta di competizione: ogni buon raccoglitore conserva gelosamente la conoscenza dei propri luoghi, che monitora spesso, in attesa della maturazione giusta per iniziare la raccolta.

Grazie al gusto, leggermente amarognolo, e alla ricchezza di sali minerali e acqua, oggi i bruscandoli sono molto usati e quindi facilmente reperibili anche al supermercato, ma negli anni passati, quando si prediligevano cibi sostanziosi e calorici, erano raccolti solamente da chi non poteva permettersi alimenti più costosi.

Molte cucine, anche ad alti livelli, ricercano questa primizia preparadno risotti, frittate o la usano come accompagnamento dei piatti di carne.

La preparazione in cucina è tuttavia molto facile: dopo averli lavati con cura, è sufficiente lessarli, mettendoli in una pentola dal fondo alto (in modo che non si attacchino o brucino) e lasciarli cuocere per circa 10 minuti, insaporendoli con del sale. Una volta raffreddati si possono tritare o aggiungerci dell’aceto per servirli come contorno.

È risaputo che alla maggior parte dei cibi una volta veniva abbinato un proverbio e quello legato a questa pianta rappresenta benissimo il poco apporto nutrizionale che forniva: “ne ho magnà talmente tanti, che vede i spiriti”.

Diversamente da come si potrebbe mal interpretare, questo detto non affermava che questa pianta avesse qualche caratteristica allucinogena, ma che chi per pranzo si fosse nutrito soltanto di bruscandoli si sarebbe sentito talmente debole da svenire.

A differenza dell’aglio orsino, (qui l’articolo) che si può trovare in grande quantità, la raccolta dei bruscandoli, non crescendo numerosi, richiede pazienza e più fatica. In primavera comunque, i veri raccoglitori continuano a impiegare così le loro domeniche anche ai giorni nostri: è chiaro che il vero gusto stia non tanto nel mangiarli quanto nel fatto di cercarli.

(Fonte: Simone Masetto © Qdpnews.it).
(Foto: Qdpnews.it © Riproduzione riservata).
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