Il galet de montagna e i suoi segreti: alla scoperta dell’upupa con il tecnico faunista Fabio Dartora

Nel nuovo appuntamento con gli animali dei boschi e delle campagne dell’Alta Marca Trevigiana, Fabio Dartora, tecnico faunista esperto in monitoraggio della fauna selvatica, ci accompagnerà alla scoperta dell’upupa.

“L’upupa è un uccello insettivoro della famiglia degli upupidi – spiega il tecnico faunista originario di Pederobba – Nel dialetto nella pedemontana trevigiana viene chiamata galet de montagna (galletto di montagna) probabilmente per l’appariscente ciuffo simile a una cresta. Non spiego invece il nesso con la montagna, essendo l’upupa nidificante dal livello del mare fino alla montagna con una maggiore abbondanza nelle zone collinari, probabilmente per la diversificazione ambientale più accentuata e un’agricoltura meno impattante che in pianura”.

“Questo animale ha un aspetto spettacolare – racconta Dartora – nera a fasce bianche con testa arancione provvista di un vistoso ciuffo. L’upupa nidifica nei buchi naturali, nei tronchi degli alberi, nei vecchi nidi di picchio, nei buchi e nelle fessure delle mura di paesi rurali. Nel nido depone mediamente quattro o sei uova posizionate nella base senza aggiunta di materiale. La cova dura mediamente 15 giorni partendo dal primo uovo, le nascite saranno così scaglionate e si può notare la differenza di statura dei pulli con il primo molto più grande dell’ultimo nato”.

FOTO UPUPA 3

“I piccoli staranno nel nido per almeno per 25-30 giorni – precisa il tecnico faunista Fabio Dartora – e continueranno lo svezzamento nei rami degli alberi nei dintorni del nido per altre due settimane prima di essere completamente indipendenti. L’upupa utilizza volentieri nidi artificiali se installati nel giusto contesto rurale. Si nutre di insetti che ricerca nei prati e infilando il lungo becco ricurvo estrae dai primi centimetri di sottosuolo ogni sorta di invertebrato, grillotalpa, larve di dittero, larve di coleottero, bruchi e crisalidi di farfalle, accanendosi delle crisalidi di processionaria appena arrivata dal suo lungo viaggio partito dall’Africa, zona di svernamento per questo incredibile uccello”.

L’upupa è un uccello dall’indole tranquilla – continua – e lo si può osservare da vicino mentre si alimenta nei giardini delle case o nei parchi pubblici. Il suo verso caratteristico, upu-pu-pu-pu, è molto basso ma udibile a lunga distanza. Mi è capitato di seguire una nidificazione di upupa dentro il tronco di un gelso capitozzato nel comune di Valdobbiadene. La primavera successiva all’arrivo delle upupe sono andato a vedere se approfittavano ancora di quel gelso che rappresentava la cultura contadina, il paesaggio e un nido per uno degli uccelli più belli d’Europa”.

FOTO UPUPA 2

“Al mio arrivo però ho trovato l’albero sradicato per far spazio a due file in più di vigneto – conclude – arrivando così fino al bordo strada. Con questa descrizione di un fatto realmente accaduto, non voglio assolutamente assumere un tono polemico ma vorrei spingere il lettore a una riflessione per capire di cosa abbiamo veramente bisogno in questo limitato tempo di vita che abbiamo la fortuna di vivere”.

 

(Fonte: Andrea Berton © Qdpnews.it).
(Foto: Fabio Dartora).
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