Viaggio nell’Osteria ai Pioppi, un parco divertimenti a elettricità zero e costruito a mano da Bruno Ferrin tra intuizione e originalità

“Le idee mi vengono al mattino presto… Osservo i movimenti della natura: cade un ramo, vola in cielo un uccello, rotola giù un sasso. Voglio essere ricordato per aver regalato almeno un’ora di divertimento a tutti, grandi e piccoli”.

Questo il “mantra” di Bruno Ferrin, titolare e creatore di uno dei posti più iconici al mondo situato a Nervesa della Battaglia: l’Osteria ai Pioppi.

Un luna park artigianale immerso nel bosco con giochi e attrazioni costruite a mano in 40 anni di lavoro da parte di Bruno che, dal 1969, ha progettato e costruito per i suoi clienti un grande parco divertimenti nel “cortile” del suo ristorante.

Ma la vera particolarità sta proprio nelle giostre da lui ideate e costruite: tutte le attrazioni funzionano senza elettricità, sfruttando le leggi fisiche, gravità, moto, forza, inerzia, dinamica e sono uno straordinario esempio non solo di inventiva ma anche di dedizione e passione uniche, specie se si pensa che tutto questo è stato fatto da una sola persona.

“Pensa la combinazione – ricorda Bruno – Mi servivano due ganci per fare un’altalena, il fabbro in paese mi ha risposto di arrangiarmi e io, che non avevo mai preso in mano una saldatrice, mi sono messo di buona volontà. Ho armeggiato un pomeriggio intero e alla fine ho fabbricato i ganci. Così è cominciato tutto. Mi sono talmente appassionato alle giostre che non ho più smesso“.

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E da lì in poi la fantasia e l’ingegno di Bruno hanno preso il sopravvento creando un vero e proprio “parco” riservato ai clienti della sua Osteria: un ristoro popolare dove si va a mangiare piatti della tradizione regionale seduti su lunghe tavolate sotto ad una grande tettoia.

E pensare che tutto partì da un pioppeto come ricorda lo stesso Ferrin: “Nel 1969 ero un ragazzotto di trent’anni. Al mattino andavo in giro a consegnare lieviti ai panifici. Per occupare i pomeriggi liberi, insieme a mia moglie Marisa, abbiamo pensato di creare una “frasca”, cioè un’osteria. Ho trovato un pezzo di terreno che pagavo 100 mila lire di affitto all’anno. Ho appeso un mazzo di salsicce a un albero, una damigiana di vino bianco e una “de vin moro”. Quattro tavole in mezzo al pioppeto e si dava da mangiare alla gente, così, alla buona“.

Al nipote Francesco toccherà prendere in mano il testimone, in un luogo in cui ci si sente sempre giovani come ha ammesso lo stesso Bruno: “Se fossi piccolo, Ai Pioppi mi divertirei tantissimo!”. In verità, però, mi sento ancora un po’ bambino. Con tutte le idee che ho per la testa, potrei costruire giostre almeno per molti altri anni”.

Al momento, per ragioni legate al Covid, l’osteria è aperta, il parco è chiuso.

(Fonte: Luca Collatuzzo© Qdpnews.it)
(Foto e video: Qdpnews.it © riproduzione riservata).
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