Salve, buongiorno o ciao? Il Galateo di Giuliana Meneghetti sul miglior modo di salutare

Quante volte abbiamo sentito dire: “Il saluto non si nega a nessuno”? Il Galateo, come racconta la professionista Giuliana Meneghetti, lo conferma: “Il saluto, accompagnato sempre da un sorriso, va rivolto a chiunque“.

Il saluto dopotutto è una parte molto importante della nostra società: il suo valore sta nel riconoscere la dignità della persona che abbiamo davanti, tanto che togliere il saluto a qualcuno ha un significato negativo molto forte. Salutare dunque è d’obbligo, che sia in ascensore o durante una passeggiata nel bosco, anche se a volte, ad esempio quando entriamo in luoghi pubblici, è sufficiente fare un cenno con il capo.

In ogni caso, raccomanda Meneghetti, la cosa più importante è non mostrare indifferenza verso i presenti.

Il Galateo informa che se un tempo i saluti si distinguevano tra formali e informali, oggi la separazione tra forme come “ciao” o “buongiorno” è più ibrida, anche se il “Ciao” rimane tuttora da limitare alle situazioni più amichevoli. Curioso è sapere che la parola “Ciao” ha una storia ben più profonda di quello che si può pensare.

Per quanto possa sembrare incredibile, “Una volta il ciao era considerato un saluto reverenziale, perché in lingua veneta significava “Sono il suo schiavo” – svela Meneghetti – dunque chi lo pronunciava si poneva in una posizione di subordinazione rispetto al suo interlocutore“.

Una formula oggi molto gettonata è anche “Salve”: una sorta di alternativa tra “ciao” e “buongiorno”, che nonostante la sua parvenza di saluto freddo, in realtà viene dal latino e vuole augurare una buona salute. Il grande utilizzo di “salve” si deve al suo carattere generico e viene usato in quelle occasioni in cui la formalità non è così evidente, ma attenzione: è pur sempre un modo sbrigativo per salutare, e il Galateo lo sconsiglia nel parlato e con maggior forza nello scritto.

E salutarsi con un bacio? Questa abitudine, spiega Giuliana Meneghetti, è presa dal mondo dello spettacolo che però risulta solo in apparenza calorosa: in verità è un gesto distratto e automatico. Ma cosa si può fare quindi se si viene salutati in questo modo senza gradirlo? “Le buone maniere ci consigliano di accettare i baci senza darvi peso, senza crederci senza pulirsi la guancia baciata” dice Giuliana.

Da tenere in conto però quando incontriamo delle autorità: in questi casi è bene rivolgersi a loro con l’appellativo giusto, come ad esempio “Buongiorno signor Sindaco”.

“Invece l’appellativo di “Eccellenza” – sottolinea Meneghetti – che un tempo si usava verso molte autorità di governo, oggi viene riservato solo al Vescovo”.

Chiarite le formule di saluto, ora quelle di commiato: il Galateo suggerisce di dire “Arrivederci” perché si traduce in un buon augurio a ripetere l’incontro.

(Fonte: Alice Zaccaron © Qdpnews.it).
(Foto e video: Qdpnews.it © Riproduzione riservata).
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