Festa dell’8 marzo, l’intervista a madre Aline, 37enne abbadessa del monastero di Vittorio Veneto: “Assertività, empatia e tenerezza delle donne: ecco ciò che serve al mondo”

“È una giornata importante per il mondo intero, celebriamo le donne e tutto quello che hanno conquistato negli anni, i loro spazi e diritti”. Introduce così madre Aline Pereira Ghammachi, abbadessa del monastero cistercense dei santi Gervasio e Protasio sito in piazza Fiume a San Giacomo di Veglia di Vittorio Veneto, scelta e intervistata da Qdpnews.it per la giornata della Festa della donna di oggi 8 marzo.

Si presenta senza grata madre Aline, occhi azzurri, sguardo radioso e sorriso ammaliante (anche sotto la mascherina). Brasiliana – di Macapà, in Amazzonia – ha 37 anni ed è abbadessa a Vittorio Veneto dal 2018. Un passato nel mondo della comunicazione collaborando con il quotidiano di proprietà dei genitori, il maggiore della città, e in radio e tv per spiegare la Parola del giorno. La vocazione l’ha sentita appena 15enne, ma è maturata definitivamente dopo la laurea in Economia e commercio, trascorrendo alcuni mesi di prova proprio all’interno delle mura monacali vittoriesi.

È l’immagine di una consacrata di squisita dolcezza e femminilità, ma anche determinazione, intraprendenza, lungimiranza e coraggio. Donna dinamica e di profonda spiritualità, madre Aline è molto stimata anche dalla stessa comunità cistercense, che l’ha eletta abbadessa a soli 34 anni.

“Vivo questa giornata come tutte le donne del mondo – afferma – che ogni giorno danno il loro grande contributo alla società, ma c’è bisogno in particolare delle loro qualità specifiche, che sono l’assertività, l’empatia, l’attenzione a cogliere il particolare, l’amore, la tenerezza. Non abbiamo bisogno, noi donne comprese, di competizione e di puntare il dito contro gli altri”.

La condivisione della vita al femminile è sperimentata quotidianamente dalla comunità vittoriese, che conta ben venticinque monache: “Il nostro è un contesto di semplicità e quotidianità, e ciascuna mette a servizio dell’altra i propri doni – osserva l’abbadessa -. La bellezza del vivere insieme si manifesta con il sostegno, evitando l’individualismo e l’egoismo”.

In questi giorni drammatici per il mondo intero, che assiste impotente allo svolgersi della guerra in territorio ucraino, “le donne potrebbero portare un messaggio credibile di pace” afferma madre Aline, che sottolinea come tutti “abbiamo bisogno di concepire la pace, anche interiore, che è un dono da far crescere dentro di noi e da custodire come un tesoro prezioso”.

Molto vivo il ricordo di suor Maria Rosaria Saccol, abbadessa emerita mancata a novembre scorso (qui l’articolo), importante figura di donna: “Per me è ancora difficile parlare di lei senza commuovermi – commenta suor Aline – Madre Rosaria ci ha generate e cresciute nella fede ed era una donna incredibile, intelligente, capace di leggere dentro il cuore delle persone, motivo per cui era cercata e stimata da tante parti. È per noi un esempio, perché ha compiuto delle opere perenni e segnato profondamente le vite di tutti coloro che ha incontrato.

Nei suoi 51 anni alla guida del monastero ella ha dimostrato una grande lungimiranza: tante iniziative che portiamo avanti ora erano già nei piani della madre, che ad esempio aveva intenzione di abbattere il muro della chiesa che le separa dai fedeli già dopo il Concilio”.

Infatti, come annunciato da Qdpnews.it a fine dicembre 2021, l’agenda del monastero prevede l’apposizione di una grata in sostituzione della parete in chiesa, a testimonianza della volontà delle suore di inserirsi sempre di più nel tessuto comunitario ecclesiale e civile della diocesi (qui l’articolo).

Fervono dunque le attività delle monache, che negli spazi verdi interni alle mura coltivano viti di Prosecco: “È completamente biologico – precisa madre Aline -. Abbiamo poi in cantiere diverse iniziative per aprire maggiormente la nostra comunità al mondo esterno, mantenendo l’identità delle monache. C’è da parte di tutte noi una grande volontà, agendo però anche con molta prudenza e cautela”.

Madre Aline riserva il pensiero finale ai giovani di questo tempo così complicato, anche perché è donna tanto stimata e ricercata continuamente da genitori, educatori e under 30 per confidenze, consigli, dialoghi e preghiere che riguardano proprio il destino delle nuove generazioni: “C’è un’emergenza giovani che va affrontata insieme, chiedendo anche aiuto al di fuori della famiglia. Bisogna intervenire con urgenza perché loro sono il nostro futuro: dobbiamo prenderci cura oggi delle loro problematiche psicologiche che si sono sviluppate in questi due ultimi anni di pandemia, altrimenti domani rischiamo di avere una società malata, delusa e senza speranza”.

(Fonte: Beatrice Zabotti © Qdpnews.it)
(Foto e video: Qdpnews.it © riproduzione riservata).
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