Sono arrivati i Giorni della Merla (29-30-31 gennaio), quelli che per la tradizione popolare sono da considerare i tre giorni più freddi dell’anno. L’origine di questa credenza non è molto chiara, poichè ci sono delle diverse narrazioni, che si perdono nelle notte dei tempi.
Un’ipotesi riferita dal letterato Sebastiano Pauli vorrebbe che, dovendo far passare sulle acque del Po un cannone chiamato la Merla, si aspettò che il fiume fosse tutto gelato in questi giorni d’inverno.
La macchina così potè passare sull’acqua gelata, giungendo all’altra riva. Un altro antico racconto, invece, sostiene che una nobile signora di Caravaggio, nomimata de Merli, dovesse traghettare il Po per raggiungere il consorte e lo potè fare nei tre giorni di fine gennaio, passando sopra il fiume gelato.
Ma la leggenda più diffusa, poetica e tramandata da secoli ha come protagonista una merla dallo splendido piumaggio candido, preda dell’ombroso mese di gennaio, che si divertiva ad aspettare che lei uscisse dal nido in cerca di cibo, per gettare sulla terra freddo e gelo.
Stanca delle continue persecuzioni, la merla decise di cercare provviste bastanti per un mese, e poi si rinchiuse al riparo nel suo nido, per tutto il mese di gennaio, che allora aveva solo ventotto giorni.
L’ultimo giorno del mese, la merla, pensando di aver tratto in inganno il perfido Gennaio, uscì dal nascondiglio e si mise a cantare per sbeffeggiarlo. Gennaio si indispettì talmente tanto, che chiese in prestito tre giorni a febbraio e poi scatenò bufere di neve, vento, gelo e pioggia. La merla si rifugiò, perciò, in un camino e vi riparò per tre giorni. Ne uscì salva, ma il suo bel piumaggio bianco era divenuto nero a causa del fumo. Così l’uccello rimase per sempre con le piume nere.
All’origine di questa ultima leggenda c’è un fondamento di verità, visto che nel calendario romano il mese di gennaio aveva solo ventinove giorni, che poi si tramutarono in trentuno. Per quanto riguarda, invece, il collegamento tra proverbi popolari e andamenro climatico ci sono altre ragioni.
Lo spiega Giancarlo Iannicelli, generale del servizio meteorologico militare, considerato tra i più esperti nel Veneto sul fronte meteo.
“Ci sono tante leggende e proverbi che qulche volta hanno un risvolto scientifico, si veda ad esempio rosso di sera bel tempo si spera. Ci sono dei detti che derivano da esperienza di vita e dalle osservazioni dell’uomo della natura. Per quanto riguarda i Giorni della Merla, qui ci sono spiegazioni storiche“, dice il generale Iannicelli.
“Quest’anno i giorni più freddi di gennaio, quelli del proverbio della merla, sono arrivati in anticipo, ma proseguiranno ancora per un po’. Nei giorni scorsi siamo già andati sotto allo zero di 3-4 gradi. Per pochi giorni la temperatura dovrebbe risalire di un paio di gradi sopra allo zero. Ma c’è anche tutto il mese di febbraio che ci porterà il freddo più intenso. Bisogna aspettare marzo perchè si attenui, anche se non sono del tutto escluse le gelate notturne“.
Stando alle previsioni del metereologo trevigiano, fino alla prossima settimana dovremmo sentire ancora l’azione dell’anticiclone, però probabilmente la situazione atmosferica sarà un po’ “ballerina”, con ancora qualche sporadica precipitazione: “Le notti sono serene , senza le nubi che creano l’effetto serra, ecco perciò la formazione del ghiaccio. Con il cielo coperto fa più caldo, il calore rilasciato di notte dalla terra si disperde molto meno“.
Per quanto riguarda le copiose nevicate che hanno ammantato quest’inverno le nostre montagne, il generale Iannicelli afferma: “Il ripetersi di nevicate così abbondanti è un fatto storico, cioè erano tanti anni che non si vedeva un fenomeno così continuo nello stesso periodo. Quel che mi preoccupa è quando farà un po’ più caldo e ci sarà il serio rischio di valanghe, la neve si staccherà nei vari strati adesso molto alti. La prossima settimana, comunque, dovrebbero verificarsi ancora delle nevicate al di sopra dei 300-400 metri, mentre in pianura dovremmo avere pioggia a intermittenza”.
(Fonte: Cristiana Sparvoli © Qdpnews.it).
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