Non tutti sanno che nel cimitero di Guia è sepolto “l’Uomo Tigre”, all’anagrafe Aribert Norbert Bernhard Ellemann (nella foto la lapide), ex circense con una storia davvero incredibile.
L’uomo è morto il 4 settembre del 2014 ma chi lo ha conosciuto non riesce a dimenticare la sua forza, il suo coraggio e il grande cuore di una persona più unica che rara.
All’Osteria senz’Oste non mancano i segni del suo passaggio, come il libro con le dediche dei clienti, e il titolare Cesare De Stefani, che ha avuto Aribert come collaboratore per tanti anni, lo ricorda spesso con amici e clienti che hanno avuto la fortuna di condividere qualche esperienza con lui.
La sua storia è legata al circo di Moira Orfei, arrivato a Valdobbiadene alla fine degli anni Ottanta, e alla proposta di De Stefani di vendere della carne per i grandi felini che si esibivano con il domatore Giuseppe Nones, in arte “Massimiliano” (primo clown d’oro italiano al Festival del Circo di Montecarlo nel 1987), fratello del marito di Moira, Walter Nones.
In seguito De Stefani è diventato il primo fornitore di carne del circo di Moira Orfei per il Nord Italia, costruendo nel tempo una bella amicizia con tutti i circensi.
Nessuno può dimenticare l’aneddoto in cui Aribert ha salvato Giuseppe Nones dall’attacco di un elefante imbizzarrito, ma questa è solo una delle sue avventure nel mondo del circo.
“Lui è arrivato nel nostro circo con un numero di quattro leoni – spiega Giuseppe Nones – Prima aveva lavorato in Olanda ma non è mai stato un domatore perché il suo compito era quello di montare il tunnel per i felini, di sistemare le gabbie e di dare da mangiare agli animali. Aveva un polmone solo perché in passato un orso lo aveva attaccato alle spalle quando era entrato nella gabbia. Dopo aver collaborato con noi per un po’ di tempo, è andato via perché si era innamorato di una donna conosciuta nell’ex Jugoslavia”.
Purtroppo la storia d’amore è finita presto e Aribert è tornato in Italia seguendo il Circo Medrano, nel quale ha lavorato finché Nones lo ha ritrovato chiedendogli poi di tornare a collaborare con lui.
“Con lui siamo andati in Iran nel 1978 – continua -, una vera avventura che meriterebbe di essere raccontata in un libro. Non posso dimenticare la storia dell’elefante che mi aveva attaccato quando eravamo ad Alessandria. Io ero di schiena e il pachiderma si è girato improvvisamente e mi ha fatto sbattere la testa contro il cancello del recinto, rischiando poi di schiacciarmi. Aribert, che era lì con me, ha visto la scena e ha cominciato a colpire a mani nude l’elefante in un occhio finché mi ha mollato ed è andato via”.
Nel 1994 Nones ha lasciato il circo e nel 1996 Aribert è scappato da quella realtà: prima è andato in Puglia, dove è rimasto circa quattro mesi in uno zoo, e poi è andato vicino a Napoli da un amico rimanendo lì circa due mesi.
Un giorno, quando si trovava a Viareggio, dove aveva dormito in spiaggia per una notte, ha chiamato l’amico Giuseppe che è andato prenderlo e lo ha portato nella sua casa in città, dove è rimasto ospite due anni lavorando come collaboratore domestico e occupandosi del grande giardino.
Nel Duemila il circense ha deciso di andare da Cesare De Stefani per chiedergli di lavorare con lui, rimanendo a Valdobbiadene fino al 2014, anno della sua morte.
“Mi ero fatto l’idea che fosse morto perché non avevo avuto più notizie di lui – ha affermato il titolare dell’Osteria senz’Oste -. Quando l’ho rivisto a Valdobbiadene mi aveva detto di essere arrivato da Viareggio e di aver dormito in Prato della Valle a Padova. Lui voleva andare a San Donà di Piave ma io gli ho detto di farsi una doccia e di riposarsi un po’. Per qualche giorno ha dormito in una casa di mia proprietà e alla fine non è più andato via. Da me ha lavorato nei campi e il nome Osteria senz’Oste è nato dopo una chiacchierata con lui”.
Aribert, però, aveva un bel problema con i documenti perché aveva con sé soltanto una patenta scaduta nel 1975.
Per aiutarlo a mettersi in regola, De Stefani ha informato i carabinieri, il parroco e il sindaco e, in occasione di un controllo a Guia dei vigili urbani che cercavano un altro uomo, ha preso paura ed è andato a nascondersi.
Alla fine il dottor Guido Lio, che aveva effettuato quel controllo e che in quel periodo era anche sindaco di Segusino, si è preso a cuore la questione e insieme al titolare dell’Osteria senz’Oste ha aiutato Aribert a mettersi in regola chiamando l’ambasciata a Milano.
Anche in terra valdobbiadenese il circense ha trovato l’amore ma un giorno ha preso una brutta broncopolmonite finendo in sala di rianimazione: nonostante avesse un polmone solo, purtroppo, si trascurava molto nel mangiare.
Inaspettatamente ha deciso di passare la convalescenza a Crocetta del Montello, dove viveva la donna che amava, ma De Stefani, intuendo altri problemi, gli ha chiesto di tornare a Valdobbiadene.
Non si può dimenticare il suo rapporto con Lorella Colla, una grande amica di Ponzano Veneto che, insieme a De Stefani e a Nones, gli è stata vicina fino all’ultimo giorno.
Aribert è morto nel sonno nel 2014, spegnendosi senza disturbare nessuno dopo un’esistenza ricca di avventure nella quale aveva vissuto pienamente amori e dispiaceri, successi e sconfitte.
Ora “l’Uomo Tigre”, come amava essere chiamato dagli amici, riposa nel cimitero di Guia ma il ricordo delle sue imprese rimarrà scolpito per sempre nei cuori e nelle menti di tutte le persone che hanno avuto il privilegio di conoscerlo.
(Fonte: Andrea Berton© Qdpnews.it)
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