Santa Cristina è una sorta di piccola Russi, la patria per eccellenza del caviale. In questa frazione di Quinto di Treviso, attraversata dal fiume Sile, dal 1997 nasce e prolifera lo storione autoctono, l’Acipenser Naccarii, da cui si producono le pregiate uova di caviale Made in Veneto.
La culla di questa specie ittica, che fino a 25 anni fa rischiava l’estinzione nelle nostre acque, è la Troticultura S. Cristina che la famiglia Bresciani ha avviato nei primi anni Sessanta del secolo scorso, utilizzando l’acqua corrente, limpida e straordinaria, del Sile le cui risorgive si trovano a pochi chilometri tra Casacorba e Vedelago.
Oggi alla guida dell’azienda agricola ci sono Francesco Bresciani e la moglie Marilena Cecchetto.
L’acquacoltura si estende per venti ettari nel cuore del parco naturale del Sile, di cui dieci ettari sono occupati dalle vasche alimentate con acqua costantemente monitorata.
La famiglia si è specializzata nell’allevamento di oltre venti varietà di pesci di fiume (destinati anche alla pesca sportiva), e ne segue tutte le fasi del ciclo produttivo: la riproduzione delle uova, la schiusa, lo svezzamento degli avannotti e l’accrescimento.
La prima vocazione dei Bresciani è stata l’esclusivo allevamento delle trote, un tempo richiestissime dal mercato per il costo contenuto e la prelibatezza delle carni.
Poi, negli anni, gradualmente i consumi si sono spostati su altre specie ittiche di acqua dolce e di mare. L’azienda nel 1997 ha avuto una svolta importante, quando è diventata la sede del centro sperimentale interprovinciale per ripopolare i fiumi veneto di storioni autoctoni, l’Acipenser Naccarii, che stavano scomparendo.
Gli avannotti riprodotti nella “nursery” della Troticultura S. Cristina vengono distribuiti per essere immessi nei fiumi delle sette province del Veneto, dove storicamente gli storioni erano sempre stati presenti.
Lo straordinario ambiente naturale del Sile (in questa zona c’è anche l’Oasi Cervara, una delle aree più belle del parco regionale, sorta attorno ad un mulino del XIV secolo) gioca un ruolo fondamentale per la salubrità delle acque fluviali che confluiscono nelle grandi vasche, nei laghetti artificiali, negli acquari.
In uno dei laghetti vive un bellissimo esemplare di Beluga, lo storione da cui in Russia viene estratto il caviale più pregiato al mondo, che la nobiltà e la corte degli zar fecero conoscere ed apprezzare agli aristocratici di tutta Europa. Il Beluga dei Bresciani ha 25 anni d’età, pesa due quintali ed è ormai un “monumento”, simbolo dell’allevamento che è noto anche con il marchio “Storione del Sile”.
È dagli ovari delle femmine di Acipenser Naccarii (lo si trova anche nell’Alto Adriatico, ma le specie è tutelata e non la si può pescare) che viene estratto il caviale, quando l’esemplare ha raggiunto i 4-5 anni d’età necessari per la riproduzione. Da uno storione “normale” si possono ricavare dai 2 ai 5 chili di uova, le lucenti microsfere nere tanto amate dai gourmet.
“Abbiamo cominciato ad allevare lo storione per l’utilizzo delle sue carni e da anche delle uova, che conferiamo ad un’azienda per trasformarle nel caviale che vendiamo con il nostro marchio Caviale del Sile – racconta Marilena Cecchetto Bresiani, – Noi siamo stati scelti per avviare il Progetto Storione, sostenuto dalla Comunità Europea e messo in pratica da tutte le province del Veneto. Avevano bisogno di un’area dove immettere gli esemplari da riprodurre e noi avevamo questo spazio enorme, naturale, con fondali ghiaiosi e acqua corrente, che ben si prestava al progetto. Cioè ottenere dei piccoli di Acipenser Naccarii, dargli un minimo di accrescimento, per evitare che fossero predati una volta messi in libertà e poi inviati al ripopolamento dei fiumi“.
La Troticultura S. Cristina è diventata la meta di tante scolaresche, grazie all’avvio di una fattoria didattica. Prima del blocco dovuto alla pandemia, i Bresciani hanno ospitato folle di bambini, insegnanti e famigli accorsi alla scoperta dei percorsi naturali, dei fontanili, delle zone umide composte da canneti, paludi e laghetti, in cui proliferano le specie faunistiche e vegetali tipiche e del fiume Sile.
Inoltre, i visitatori possono assistere alla spettacolare schiusa delle uova di avannotti nella “nursery” e osservare i tanti pesci allevati (dal pesce gatto ai lucci) nel loro habitat naturale.
Le informazioni sull’allevamento ittico, lo spaccio aziendale e la fattoria didattica si trovano nel sito www.storionedelsile.com.
(Fonte: Cristiana Sparvoli © Qdpnews.it).
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