Possagno, il mestiere di “globetrotter” di Gerolamo Vardanega che non ha mai dimenticato il suo paese natale

 

Oltre 40 anni di lavoro in giro per il mondo, 26 i paesi nei quali ha prestato la sua opera “da geometra de na volta” ma non solo, anche da appassionato fotografo.

Il possagnese Gerolamo Vardanega in tutti questi anni non ha però mai dimenticato il suo paese ed è tornato a vivere a Possagno col suo grande bagaglio di esperienze in Iran, Nigeria, Camerum, Algeria, Turchia, Sudan, India, Pakistan, Nepal, Islanda e Venezuela.

Una vita di notti in tenda, a girare per monti, deserti, foreste, a guadare fiumi, a pranzare con un pugno di datteri sotto una palma, con il tacheometro in spalla e macchina fotografica nello zaino. Il suo lavoro era fare rilievi e tracciati per costruire viadotti, ponti, aeroporti, canali, dighe, gallerie, strade e ferrovie.

Assunto nel 1978 come topografo da una multinazionale delle costruzioni e dell’ingegneria Salini ora Webuild, Gerolamo Vardanega ha preso parte alla costruzione della diga Goronia nell’ovest della Nigeria, di un bacino idrico sul fiume Nige, di alcune linee di elettrodotto in Iran, del ponte Fatih Sultan Mehmet sul Bosforo, di un’autostrada in Sudan, di un importante progetto idroelettrico nel nord dell’India, e in Pakistan, della ferrovia llano in Venezuela, del bacino Karahnjukar in Islanda per citare alcuni lavori.

Gerolamo è diventato ben presto un personaggio mediatico, come guida capocantiere in diversi documentari trasmessi dal canale televisivo Discovery Channel, una rete televisiva tematica italiana.

“Non ho fatto nessuna distinzione dei paesi nei quali ho lavorato – puntualizza Gerolamo – nessuna graduatoria, da ognuno ha tratto qualcosa di importante in termini di esperienza. Se devo sottolineare un punto negativo nei paesi nei quali ho lavorato, cito quello vissuto in Algeria dove qualsiasi europeo viene visto male, un paese molto politicizzato, sarà per il dente avvelenato che ancor oggi hanno con la Francia”.

globetrotter

E con la lingua come te la sei cavata? “Questo era l’ultimo dei problemi: nella nostra attività, nei problemi tecnici ci si capiva al volo, comunque oltre all’inglese e al francese me la cavavo bene con lo spagnolo e anche con il turco”. Vardanega ha spiegato che nel cantiere la sua grande abilità e sfida consisteva nel coordinare tra loro collaboratori di nazionalità diverse.

Provetto fotografo e appassionato di storia Gerolamo Vardanega ha immortalato in un libro dal titolo “In Giro Per il Mondo” i luoghi più suggestivi e soprattutto le persona di tutte le razze che ha incontrato.

Nella prefazione del libro ha preso in prestito le parole di Kipling “In fin dei conti ci sono solo due tipi di uomini al mondo, quelli che rimangono a casa, e quelli che non ci stanno” e Gerolamo è convinto che girare il mondo senza fermarsi per conoscere e viaggiare senza meta, senza tener presenti le nostre origini, porti al rischio di  perdersi.

“La sera avevo preso l’abitudine di uscire all’aperto, al buio a guardare il cielo nel cercare la Stella Polare – dice Gerolamo – Sarà banale ma tra le montagne dell’Himalaya nel deserto del Nubia, tra i ghiacci dell’Islanda nello Lianos venezuelano, lei era sempre là. E allora pensavo alle mie radici al mio paese, alle mie donne, mia moglie Elia, e le figlie Francesca e Federica”.

Hai mai avuto paura visto che viaggiavi quasi sempre da solo? “Mi sono sempre adattato ai loro usi e costumi, stavo con loro e consumavo il loro cibo, mi hanno sempre trattato come uno di loro”.

Adesso che è ritornato al suo paese vive la meritata pensione con la moglie, ex maestra in pensione, e con il suo computer, il suo compagno di viaggio in casa con il piano di esaudire la sua curiosità sul  passato del suo paese e non solo, anche una ricerca certosina delle storie di una volta, non sempre condivise con gli habituè del web altrettanto appassionati di cultura e storie locali.

Vardanega è altrettanto disponibile quando viene coinvolto da parte delle varie amministrazioni a divulgare le sue esperienze non solo lavorative, ma anche quelle che fanno parte della storia e della cultura della Pedemontana trevigiana.

 

(Fonte: Giovanni Negro © Qdpnews.it).
(Foto: Per concessione di Gerolamo Vardanega).
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