Silenzio, brezza, ronzio d’api, profumo. Questo è ciò che colpisce quando si attraversa un bosco di ciliegi. Sì perché anche se non è un vero bosco ma file ordinate di alberi, la sensazione è di trovarsi in un luogo incantato, non semplicemente in una zona agricola, lontana dalla strada principale del comune di Maser.
I suoi ciliegi, racconta il proprietario Renato, che vi abita poco distante, non sono una decina, nemmeno un centinaio: sono ben 800, tutti coltivati con dedizione da lui e dalla sua signora: “È così, le passioni sono di chi le ha, i miei figli hanno le loro, qui a curare le nostre ciliegie ci siamo io e mia moglie”.
Un lavoro a quattro mani che non conosce ferie, festività e tantomeno coronavirus, e che consiste nel controllare la salute di ogni singolo albero, irrigare la terra e raccogliere a mano, partendo da fine maggio, quintali di dolcissimi frutti rossi, “Anche quaranta nelle buone annate”, confessa orgoglioso.
Renato conosce ogni pianta e chiama per nome ogni varietà di ciliegio che possiede: ben 15, brevettate, che fioriscono e maturano in tempi leggermente diversi.
I colori dei fiori non indicano nulla sul tipo di ciliegia: bianchi o rosa che siano, la qualità si identifica dal tronco e dalle foglie. “E la bontà – sorride – si misura mangiando il frutto direttamente dall’albero”.
“Oggi bisogna stare attenti, non ci sono più solo le malattie di una volta, ci sono specie di pidocchi o moscerini nuovi che ci sfidano ogni anno. Se insieme a questi ci si mette anche il cattivo tempo si possono perdere quantitativi importanti di ciliegie – spiega – Meno male che quest’anno le api sono numerose”.
La famiglia non possiede solo il campo di ciliegi ma anche un terreno dedicato agli ulivi: delle piante delicate, spiega, una passione della figlia. Passioni che nascono spontanee: dopo una vita da camionista il viaggiare ha perso la sua attrattività e con la pensione, per puro caso, dopo l’orto, sono arrivati i primi alberi.
Il ciclo di produzione segue il lento ritmo stagionale, con calma e indifferenza nei confronti degli avvenimenti locali: “Con le restrizioni imposte da questa emergenza ci siamo trovati a dover badare meno alle piante, ci vengo solo lo stretto necessario, ma non riesco a starci lontano” confessa Renato, che mentre parla estrae dal taschino una piccola forbice da giardinaggio e cura i rami imperfetti che scopre camminando tra i filari.
Le mani che ci indicano le piccole gemme verdi e che accarezzano i fiori impalpabili sono grandi e dure, ma svelano anche una genuina delicatezza che stupisce e riempie gli occhi di chi lo vede al lavoro.
(Fonte: Alice Zaccaron © Qdpnews.it).
(Foto e video: Qdpnews.it © riproduzione riservata).
#Qdpnews.it