Da Londra a Maser, la boutique controcorrente di Valentina: lo shopping su misura in un paese da 5mila abitanti

Una boutique potrebbe confondersi tra le altre a Milano o a Venezia, ma in un paesino piccolo come Maser, di appena cinquemila abitanti, appare come un’attività piuttosto coraggiosa e fuori dagli schemi: la particolarità del negozio di Valentina Bonora, titolare del Be su via Cornuda, sta nella personalizzazione dell’esperienza di vendita attraverso appuntamenti dedicati alle sue clienti, un po’ come accade dietro le vetrine delle più particolari boutique di Londra.

In un contesto dove aprono i grandi centri commerciali, dove i negozi d’abbigliamento si concentrano in un’unica strada del centro o appunto in un unico outlet, dove l’attenzione dei consumatori viene centralizzata nei grandi brand e portali online, questo modello di lavoro si pone come un’alternativa valida alla spietata competizione tra prezzi, marchi e vetrine. 

Andare a comprare un vestito o un accessorio si distanzia così nettamente dallo shopping tradizionale e si avvicina di più a un’esperienza personalizzata così come lo è andare dal parrucchiere o dall’estetista.

Valentina, che ha un passato intriso di studi sul mondo della moda, dal concept al prodotto finito, propone alle sue clienti ciò che “disegna” su di loro e ordina il tutto in pochi pezzi, spesso da brand esteri con cui ha lavorato in passato.

La scelta di tornare a Maser e aprire una propria attività, dopo un passato da fashion designer nella capitale inglese, è stata decisiva e pare che col tempo la titolare abbia riscontrato i primi risultati. Al mattino l’attività si dedica a questi appuntamenti, prenotabili online oppure offline.

 “Lavorare a Londra, facendo prima la gavetta e poi imparando questo mestiere step by step, mi ha insegnato un concetto di apertura mentale che qui è sicuramente più raro” racconta Valentina. “Spesso capita che le clienti si dicano imbarazzate nel vestirsi elegantemente, quasi fosse una vergogna brillare con un colore diverso o un taglio differente”.

Promettendo un approccio deciso, sincero nella consulenza, condendo con un pizzico di attesa per l’arrivo di un determinato capo o della taglia giusta, la fidelizzazione appare quasi automatica e soddisfacente.

In fondo – argomenta – le donne di un tempo non uscivano mai di casa senza un foulard, un bracciale o una collana: ancora oggi le donne di una certa età si vestono in modo estremamente attento anche solo per andare a fare la spesa o andare a messa. Certo i tempi sono cambiati, ma credo che una donna potrebbe sentirsi bella più spesso se guardasse i vestiti calzati su se stessa e non soltanto sulle altre”.

Con le capacità dell’artigianato veneto e le eccellenze della moda che brillano nella nostra regione, una filosofia di questo tipo, con un rapporto quasi di passaparola tra catena di produzione, vendita e consumatore, potrebbe determinare la sopravvivenza delle botteghe anche di fronte ai grandi colossi della distribuzione.

(Fonte: Luca Vecellio © Qdpnews.it).
(Foto e video: Qdpnews.it © riproduzione riservata).
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