La storia del “travo” di Borgo Sonego, il monumento sociale di Fregona: un murales a ricordare i tempi in cui si discuteva del futuro dell’Italia

C’era una volta un semplice tronco di legno, lungo diversi metri e disposto contro l’angolo di un incrocio a Fregona, in prossimità di via Borgo Sonego: l’avevano lasciato lì, quasi per caso, dei mercanti scesi dal Pizzoc e alla gente era sembrato comodo, per sedersi e fare due chiacchiere.

In quel periodo, dopo la Seconda Guerra mondiale, l’Italia stava cercando di capire cosa volesse fare di se stessa e di politica, del re, della repubblica, della vittoria o della sconfitta, si parlava anche nei paesini più remoti.

Erano tempi, quindi, in cui anche un semplice “travo” dove sedersi si trasformava in un’agorà pubblica, dove si intrecciavano amicizie, diverbi e, chi lo sa, magari anche qualche amore. 

Davanti a questo tronco, dalla parte opposta della strada, c’era un’osteria. Inoltre, poco più su veniva ogni mattina a ritirare il latte la latteria sociale mentre a distanza di una cinquantina di metri veniva a lavorare la diretta concorrenza, una latteria privata. Per un periodo, le donne del paese andavano da uno o dall’altro a vendere il proprio latte, a seconda della convenienza. 

Gli abitanti della località raccontano che il “travo” di Borgo Sonego sia stato rimosso nei primi anni Novanta perché gli autobus non riuscivano a passare agilmente sulla via: alla dichiarazione della volontà del Comune di farlo sparire si sarebbe persino presentato un acceso movimento di protesta. La storia popolare vuole che il travo sia sparito all’improvviso in una notte, come per scherzo. 

Per fortuna il “travo” non è stato dimenticato dalla comunità, che l’ha voluto far ritrarre su un colorato murales, posto proprio sulla parete che fa da angolo a via Borgo Sonego. A portare avanti l’idea nata diversi mesi fa, con il supporto di altre associazioni, è stato il Circolo Arci Gallo Rosso, che ha sede a Mezzavilla e che dal 2008 si occupa di attività culturali, ambientali e che riguardano il territorio, l’associazione Densiloc e la Pro loco di Fregona. 

“Alcuni hanno pensato: facciamolo affrescare sul muro, – spiegano il presidente Danilo Tomé e il suo vice Mario Giorgio Grillo, che hanno provveduto a commissionare l’opera all’artista Claudia Piasentin – Ci è sembrata una buona idea inserire all’interno dell’affresco dei personaggi del paese realmente esistiti o ancora in vita. Anche questo paese soffre dello spopolamento dei paesi, questo è un piccolo segnale ma ha dato coraggio al borgo”. 

“Mentre dipingevo, la gente del paese si è presa a cuore l’idea – racconta l’artista, – Mi portavano fotografie dell’epoca o me le inviavano via mail, chiedendomi di ritrarre anche i loro cari. E così ho fatto”.

A fianco del murales, oltre a una piccola panca che ricorda vagamente quel tronco, è affisso un quadretto riportante i versi di una poesia anonima, che celebra il sito e la sua valenza sociale: a volerlo è stato anche il professor Pier Franco Uliana, che teneva particolarmente alla rivalorizzazione del Borgo Sonego. 

Tra i versi, la poesia cita: “Non si si ama che luogo che cambia nel tempo”. 

(Fonte: Luca Vecellio © Qdpnews.it)
(Foto e video: Qdpnews.it © riproduzione riservata).
#Qdpnews.it

Total
0
Shares
Related Posts