Il panificio Marin di Nogarè di Crocetta del Montello ha di che gioire. È dei giorni scorsi l’affissione della targa che lo riconosce come “Luogo storico del commercio” da parte della Regione Veneto, un premio che viene consegnato alle attività con più di 40 anni di storia alle spalle.
“Il panificio è attivo da quasi due secoli – racconta emozionato Marco Barbosa, che assieme al fratello Bruno gestisce ad oggi l’attività – attualmente sono in corso ricerche per cercare di recuperare l’esatta data di apertura dell’attività. Di certo siamo giunti ormai alla quinta generazione. Per molti anni Bruno Marin, nostro nonno, fu nominato Presidente dei Panificatori di Treviso e in tanti lo ricordano ancora oggi per il suo spirito imprenditoriale e le sue doti umane”.
“Nella gestione del panificio, Bruno è sempre stato affiancato dalla moglie Maria Bolzonin, – prosegue Marco – instancabile lavoratrice, oggi novantottenne e fino a pochi anni fa ancora attiva nella produzione, per vari anni all’attività hanno anche le tre sorelle di Bruno: Dorotea, detta Tea, Lina e Maria, detta Marisa.
“Ora invece è il nostro momento – continua – e cerchiamo di mantenere alto il valore artigianale della panificazione, riprendendo antiche ricette e privilegiando, nella produzione di pane e prodotti dolciari, i prodotti naturali e le farine di qualità”.
Nel corso di questi due secoli, la frazione di Nogaré si è radicalmente trasformata, da piccolo borgo a unico contesto urbano con gli adiacenti nuclei abitativi di Cornuda e Crocetta.
Basti pensare che tanti anni fa l’originario forno a legna era anche messo a disposizione degli abitanti di Nogaré per consentire a questi ultimi di cuocere alcune pietanze di carne, come i maialini ed i capretti.
Negli ultimi vent’anni invece, la gran parte degli esercizi aperti al pubblico presenti in paese ha “chiuso i battenti”, con una clientela che si è evoluta e trasformata.
“Fino a pochi anni fa – continua Marco – il fulcro dell’attività di vendita era costituito principalmente dal pane, soprattutto di grossa pezzatura come “cioppe de casada” e dalla “fugassa” pasquale perché le famiglie ne consumavano in grande quantità, ora invece si può parlare di una drastica riduzione del consumo di pane. Noi abbiamo recuperato l’antico metodo di lievitazione con il “lievito madre”, che richiede un più lungo processo di lavorazione ma garantisce una più alta digeribilità”.
Resistere e portare avanti un’attività famigliare nel nostro tempo non è di certo una cosa semplice: “Si tratta di una grossa responsabilità: sulle spalle pesano i sacrifici, i sogni e le aspettative di genitori e nonni, nonché il buon nome già guadagnato. D’altra parte, la panificazione è un’attività che non può essere portata avanti senza una grande passione, che esige un importante sforzo fisico e mentale e un impegno costante, soprattutto durante le festività, con orari che non coincidono con l’ordinaria giornata lavorativa. Ci sono poi la burocrazia, i costi. Il piccolo panificio può vincere la battaglia contro la grande distribuzione solo puntando sulla qualità del prodotto. Per questo ringraziamo tutti coloro che in questi anni hanno sempre creduto in noi”.
(Fonte: Ylenia Bigolin © Qdpnews.it).
(Foto: per concessione del panificio Marin).
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