Massimo Prezzavento filma le due anime di Venezia e pensa al nuovo progetto: “Riprese inedite degli anni Sessanta”

Il 2020 dell’Italia ancora in zona rossa potrebbe chiudersi idealmente con le immagini del regista coneglianese Massimo Prezzavento, che per il suo nuovo cortometraggio ha scelto Venezia come musa ispiratrice: una città spopolata ma ancora viva, che nella quiete ritrova la propria anima e la propria bellezza eterna.

Sono in realtà due i cortometraggi incentrati sulla città lagunare che ha realizzato il giovane Prezzavento, premiato un anno fa al CineFuturaFest per “Mark” (qui l’articolo): uno breve in bianco e nero, elegante e riflessivo, l’altro a colori, esteso e deflagrante nella scelta dei colori e dell’accompagnamento sonoro.

Sono le due anime di Venezia che convivono da sempre, e che Massimo ha colto in due pomeriggi di riprese, iniziati, come un po’ tutto quello che riguarda il capoluogo veneto, da un piano dettagliato che è finito in un girovagare alla scoperta di scorci inediti e non banali.

Venezia è un luogo speciale di cui tutti noi veneti siamo innamorati, un soggetto incredibile che prima o poi bisogna mostrare in video – spiega Massimo – e io ce l’ho a disposizione a meno di un’ora di treno, posso lavorare a un corto simile da solo in giornata, anche se vorrei avere le risorse per dedicarmi a progetti ben più grandi che ho in mente“.

Il punto di partenza è l’introduzione di Manhattan di Woody Allen, ispirazione che Massimo aveva già esplicitato nel precedente corto “Coney Allen”, dedicato a Conegliano, e che, nella versione in bianco e nero, diviene un modo per elevare la città a simbolo di una riflessione più ampia.

“Venezia, come Manhattan, è una città la cui grandezza permette di trasmettere una propria idea della società e del mondo – sottolinea Massimo – inoltre questo è un modo per perdersi nella bellezza delle immagini e della musica e staccarsi dalla situazione attuale”.

All’inizio dovevano essere pubblicati solo quei pochi minuti in bianco e nero, poi Massimo si è reso conto di avere per le mani materiale alternativo molto valido, capace di mostrare anche di più di quello che era nelle sue iniziali intenzioni, come spiega lui stesso: “Molti mi hanno detto che ho catturato la Venezia dei veneziani e non quella dei turisti, e in effetti anche nei luoghi più conosciuti come piazza San Marco ho cercato lo scorcio non banale, anche per invitare lo spettatore a scoprire da solo la città“.

Ad aiutarlo nei suoi lavori l’affezionato Andrea Manzalini, attore che in AdoravaVenezia è impegnato in un’interpretazione “meno cupa, più spigliata e coinvolgente di quella dei precedenti corti”, e il dj Andrea Rossetto, che lo aiuta nel mix degli accompagnamenti musicali.

Con la sua poetica visiva AdoravaVenezia non ha mancato di entusiasmare il pubblico dei social, attirando anche l’attenzione del governatore del Veneto Luca Zaia, ma Massimo non siede sugli allori, e pensa già ai nuovi progetti di prossima pubblicazione.

“A fine anno pubblicherò un montaggio riassuntivo di quanto fatto nel 2020, ma il progetto importante a cui sto lavorando è un altro, basato su riprese inedite di decenni fa”, spiega il regista”.

Mio nonno un giorno si è presentato con una chiavetta con riprese digitalizzate fatte da lui tra gli anni Sessanta e Settanta – racconta Massimo – e lì ci ho visto un mondo diverso dal nostro, migliore, per cui sto scrivendo un progetto per poter trasmettere ancora la mia idea del mondo attraverso quelle riprese“.

“Però voglio stare attento, sono riprese speciali e bisogna essere misurati, poetici, con materiale del genere”, conclude il giovane regista.

Le due versioni di AdoravaVenezia sono visibili nel profilo youtube di Massimo Prezzavento, a questo indirizzo (qui il link).

(Fonte: Fabio Zanchetta © Qdpnews.it).
(Foto: Massimo Prezzavento).
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