L’antico cimitero ebraico di Conegliano, ultima testimonianza della comunità che per cinque secoli visse libera in città

A ovest del castello di Conegliano, a due passi dal centro storico, l’antico cimitero ebraico della città è custodito dalla cima boscosa del colle Cabalan, dove la prima lapide fu posata quasi cinquecento anni fa.

Si tratta di una delle ultime testimonianze materiali della comunità ebraica coneglianese, e certamente la più importante: in città rimangono una targa commemorativa all’inizio di via Pietro Caronelli, dove un tempo sorgevano il ghetto e la sinagoga settecentesca, e il più recente spazio dedicato alle sepolture ebraiche, all’interno del cimitero cittadino di San Giuseppe e in uso dal 1886.

Doveva esistere un cimitero ebraico ancora più antico, ma la sua ubicazione è oggi ignota anche se qualche ritrovamento lapideo ha fatto pensare alla zona di via dei Pascoli, a nord-est del castello. Certamente vi fu un sito di sepoltura precedente per la comunità, attiva in città dalla fine del XIV secolo e, sebbene di dimensioni contenute, tra le più importanti del nord-est Italia.

Quello che oggi è noto come il cimitero “antico” fu in uso a partire dal 1545 circa fino agli anni Ottanta dell’Ottocento, quando si iniziò a seppellire nello spazio dedicato nel camposanto cittadino.

A prima vista lo si direbbe un luogo dove il tempo è rimasto sospeso, preservando testimonianze antiche di una storia che la città oggi fatica a ricordare. In realtà il tempo scorre incessantemente anche qui, mutando un sito che solo grazie all’attenta e paziente cura dei volontari ha mantenuto la sua fruibilità e leggibilità e che oggi si presenta come uno dei luoghi più suggestivi della città.

Quando il Centro Coneglianese di Storia e Archeologia (Ccsa) decise di iniziare il lavoro di recupero del sito ormai abbandonato, nella seconda metà degli anni Ottanta, le lapidi erano in gran parte interrate o cadute, poggiate su un terreno argilloso soggetto a smottamenti che le avevano separate dal preciso punto di sepoltura.

Cimitero Ebraico 2

Nella prima campagna di recupero, durata un decennio circa, furono recuperate molte lapidi, senza però procedere a scavi in profondità che avrebbero potuto scoprire i resti dei defunti. In questo cimitero la sepoltura è avvenuta infatti seguendo il rito antico, che prevede l’inumazione della salma, avvolta in un sudario, direttamente nella terra.

La disposizione originaria delle lapidi doveva essere a semicerchio, rivolta verso est, guardando la sinagoga nel ghetto, ma alcune ancora oggi sono rivolte verso nord-est, ovvero verso Ceneda: per circa un secolo e mezzo in questo cimitero hanno trovato in fatti riposo anche le salme della comunità ebraica vittoriese, nata nel 1697 da un ramo della famiglia Conegliano.

Questa famiglia, conosciuta anche come Conejan, sul colle Cabalan è intestataria della lapide più antica attualmente recuperata, quella di Joele Conegliano e Serena Da Udine realizzata nel 1553.

Scritta in ebraico antico e decorata con lo stemma di famiglia rappresentante uno scoiattolo, è paradigmatica del modello di lapide che veniva realizzata per le famiglie facoltose del periodo, riconoscibili oggi a prima vista proprio grazie agli stemmi: altri esempi sono la famiglia Luzzatto, il gallo con la spiga, la luna e le stelle, e la famiglia Grassini, i leoni rampanti attorno alla torre.

Sono in tutto 130 le lapidi riscoperte, e testimoniano una storia lunga oltre cinque secoli che vide la comunità ebraica trovare un’isola felice a Conegliano, come spiega Melissa Fornasier, laureata con una tesi sul cimitero ebraico coneglianese e tra le guide volontarie del Ccsa impegnate a valorizzare il sito.

“Si tratta di una presenza ininterrotta di oltre cinque secoli, di una comunità non numerosa ma molto operosa e abile nei traffici commerciali”, spiega la guida, precisando: “Era una risorsa molto importante in un periodo in cui il denaro era poco e il comune chiudeva un occhio sulle restrizioni che invece subivano in altre città”.

Furono i tragici eventi della seconda guerra mondiale che determinarono la dispersione della comunità ebraica coneglianese, già assottigliata di numero: alla fine del conflitto la sinagoga fu smontata e portata a Gerusalemme, dove è stata ricostruita ed è ancora oggi in uso per le funzioni in lingua italiana.

Non manca la letteratura riguardante questa preziosa fetta di storia coneglianese: oltre alla già citata tesi di laurea di Melissa Fornasier si segnala l’importante pubblicazione della professoressa Marisa Zanussi, “Conegliano e gli Ebrei”, del 2012, e la traduzione delle lapidi realizzata da Lidia Busetti e in corso di pubblicazione.

L’antico cimitero ebraico di Conegliano è visitabile attraverso le visite guidate organizzate periodicamente dal Ccsa e pubblicate sulla pagina social dell’associazione (link).

 

(Fonte: Fabio Zanchetta © Qdpnews.it).
(Foto: Qdpnews.it © riproduzione riservata).
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