Conegliano, tra ricerca e memoria storica il Ccsa prosegue nonostante la zona rossa: “Archivio fondamentale per tutti noi”

Conegliano, città dalle origini antiche e dalle molteplici vite, è un puzzle potenzialmente infinito per gli storici, locali e non, impegnati a ricostruirne la storia in tutte le sue molteplici sfaccettature.

Il Centro Coneglianese di Storia e Archeologia (Ccsa), oltre alla gestione dell’antico cimitero ebraico (vedi articolo), porta avanti un’importante attività di ricerca e divulgazione della storia locale, incrociando metodi più tradizionali come l’indagine d’archivio con le possibilità offerte dai social network per reperire informazioni non ancora pubblicate, ma potenzialmente sedimentate nella memoria cittadina.

Un esempio di questo modus operandi è una foto pubblicata recentemente sul profilo facebook dell’associazione: uno scatto d’epoca dal centro città verso la collina del castello in cui compare un edificio non più esistente e non ancora identificato con certezza.

Potendo contare su informazioni molto limitate, non essendo la foto datata, l’associazione ha chiesto un aiuto sui social e suscitato grande interesse tra gli utenti, che hanno suggerito come possibile soluzione la chiesetta di San Carlo, un tempo in via Benini.

“Siamo una città con tanta memoria storica – spiega Chiara Dall’Armellina, archeologa e giornalista impegnata nel Ccsa come ricercatrice – Può capitare che certi dati si trasmettano a voce e siano reperibili ancora oggi parlando con la persona giusta, poi ovviamente è importante verificare quella notizia con riscontri nei documenti storici, che spesso si trovano nell’archivio comunale o in quello diocesano”.

Ma non è solo l’oratorio scomparso a risultare interessante e aprire inediti campi d’indagine sulla storia della città: la foto, scattata in un punto precisamente identificabile, mostra l’edificio che ora ospita l’Hotel Cristallo in una sua forma precedente, quando era sede di uno dei comizi agrari cittadini.

“La foto forse è dei primi anni del Novecento – prosegue la ricercatrice – e in essa si trovano molte architetture ancora esistenti ma le cui forme sono cambiate, e queste modifiche sono elementi potenzialmente datanti della foto stessa”.

Questo è solo un esempio delle ricerche portate avanti dall’associazione, e quando una di queste trova la sua strada per la pubblicazione è anche grazie alle molteplici competenze messe in campo.

Il bello del Ccsa è che ognuno collabora con le proprie competenze: c’è chi fa ricerca, poi ci sono le guide che portano un’impostazione che risponde alle esigenze turistiche e di divulgazione, gli architetti forniscono consulenze tecniche e topografiche, mentre chi ha contatti giusti ci fa accedere ad aree private della città dove si possono studiare cambiamenti importanti da conoscere”.

Imprescindibile, in questa attività, l’archivio comunale, croce e delizia dei ricercatori locali sul cui futuro e accessibilità non mancano timori, in particolare dopo l’impatto avuto dalla pandemia su tanti servizi alla comunità.

“Per noi è fondamentale, e lo è per tutta la città – prosegue Dall’Armellina – Ci sono documenti molto preziosi che contengono tutta la nostra storia e la nostra memoria, ed è importante che chi ci lavora dentro abbia competenza e versatilità”.

Ora la competenza è garantita dal personale, ma è importante che ci sia una continuità anche nel futuro, magari potenziando il servizio: “Chi ci lavorerà dovrà avere una formazione specifica per apprendere il metodo di archiviazione, oltre alla giusta versatilità mentale, la qualità della ricerca dipende anche da questo. E magari servirà un edificio più adatto, accessibile e che permetta a chi ci lavora di valorizzare il patrimonio documentario della città”.

(Fonte: Fabio Zanchetta © Qdpnews.it).
(Foto: Centro Coneglianese di Storia e Archeologia).
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