Baku, il giorno dopo. A poche ore dalla proclamazione delle Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene a Patrimonio dell’Umanità, è il momento della soddisfazione e delle riflessioni.
Siamo riusciti a scambiare due chiacchiere con il professor Mauro Agnoletti (nella foto), professore associato alla Scuola di Agraria dell’Università di Firenze, l’uomo del dossier vincente. Classe 1954, da 15 anni il professore si occupa di dossier per l’Unesco e 5 anni fa ha cominciato a lavorare per le Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene.
È la persona giusta per spiegare perché le nostre colline meritino di essere patrimonio dell’umanità. Quando il professore parla dei “ciglioni erbosi”, di un mosaico di piccoli campi vitati, di un puzzle frammentato e diversificato, capiamo che sta parlando di una cosa unica al mondo. E tutto questo è merito della viticoltura eroica, degli avi, di una generazione che ormai è quasi estinta e che, con i calli sulle mani, ha ricamato il paesaggio.
Ecco, a Baku le “Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene” hanno vinto perché sono il distretto del vino più unico e particolare al mondo, un luogo fragile, un luogo da amare e proteggere.
(Fonte: Giancarlo De Luca © Qdpnews.it).
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