Lazzareto: Paolo Malaguti in “Parole al Maglio” ricorda l’anniversario della pandemia da Covid-19

L’otto marzo 2020 la Provincia di Treviso entrava in zona rossa, insieme ad altre 11 province italiane. Un anno dopo, nello stesso giorno il Veneto incomincia un nuovo periodo in zona arancione.

Ma il nostro territorio, purtroppo, non è nuovo a contagi ed epidemie, tanto che nei secoli della Serenissima sono nate delle parole collegate al tema delle malattie, e che saranno affrontate nei prossimi episodi di questa rubrica. 

Una di queste parole, “Lazzaretto” è anche una parola italiana, “ma non tutti sanno che è una parola che nasce a Venezia e poi si espande anche nelle altre parlate”, spiega il Professore Paolo Malaguti.

Nei primi anni del Quattrocento venne costruito a Venezia il primo Lazzareto, alla periferia della città. Quella che oggi è una delle zone di eventi esclusivi, il Lido, era all’epoca uno spazio nel quale venivano accolti i malati in tempi di pestilenza.

Già allora veniva messo in quarantena proprio al lazzareto chiunque provenisse da quelle che oggi chiameremmo “aree a rischio”, cioè da zone del mondo afflitte da malattie di carattere epidemico. Questa era una prassi osservata anche in condizioni ordinarie, e non solo in tempi di peste per la Serenissima. 

“Verrebbe normale pensare che la parola derivi da “Lazzaro”, ma in realtà deriva da “Nazaretum”, perché l’isola su cui era costruito il lazzareto ospitava la chiesa di Santa Maria di Nazaret nella quale i crociati e i pellegrini si fermavano per un periodo di controllo al ritorno dalla Terra Santa”, racconta Paolo Malaguti. 

La parola ha poi viaggiato al di fuori dei confini della Serenissima, tanto che Alessandro Manzoni parla del lazzaretto di Milano nei due romanzi “I Promessi Sposi” e “Storia della Colonna Infame”.

Il lazzareto era diventato infatti una misura di contenimento ante litteram, e si è diffuso capillarmente in tutta la penisola. “Anche a Pagnano D’Asolo ci sono le tracce di un antico lazzareto”, ricorda Ennio Feltracco, Presidente di “Magnar e Laorar de na olta”.

Si trova nei pressi della Chiesa di Santi Cosma e Damiano, dove ai tempi della Serenissima venivano ospitati gli appestati. La Chiesa, vicina al Cimitero di Pagnano e al convento delle Suore Dorotee, è dedicata ai Santi Cosma e Damiano perché erano fratelli medici con il dono di guarire miracolosamente gli ammalati, senza richiedere alcun compenso. Per questo sono i santi patroni dei medici e dei farmacisti, e la comunità di Pagnano li ricorda il 26 settembre. 

(Fonte: Laura Sambruna © Qdpnews.it).
(Foto e video: Qdpnews.it © riproduzione riservata).
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