Letteratura della reclusione, da Browning a Zanzotto e Berton: solitudine come ingrediente per scrivere a colori

È risaputo che l’attuale lockdown dovuto all’emergenza sanitaria è un primato mondiale e che la storia del nostro paese non ricorda un momento simile a partire dall’ultima guerra, ma il passato dell’Alta Marca Trevigiana insegna anche che, più che mai durante periodi particolari, di sviluppo, di degrado o di conflitti, la produzione letteraria si rende più vivace e produttiva, incastonando veri e propri diamanti, destinati a essere ricordati per interi secoli. Per quanto riguarda la scrittura, uno degli ingredienti che l’autore può incontrare davanti alla pagina bianca è proprio il concetto di reclusione.

Come nella prosa anche in poesia, partendo dalla celebre “recollect in tranquillity” di William Wordsworth, la reclusione è utile non tanto all’opera quanto all’autore, che dopo aver vissuto un’esperienza ritorna al suo nido per rielaborare e tradurre in parole sensazioni ed emozioni provate nel passato. È ovvio che la nostalgia in questi testi è privilegiata e può assumere un’intensità capace di avvicinare il lettore a una visione in soggettiva. Una soggettiva che si stringe attorno al soggetto assieme alla sincerità o alla finzione con cui si esprime la voce narrante.

Restando su questo concetto di “chiusura”, secondo il critico letterario Fabrizio Coscia, è possibile così scoprire il poeta americano Robert Browning mentre in alcune poesie osserva il panorama di Asolo e lo descrive confinandolo in una specie di cortile, un giardino, un microcosmo che all’inizio si limita a descrivere gli elementi presenti con una precisione quasi botanica, per poi raccogliere il patos finale attraverso il ricordo della vista d’insieme.

Paesaggio e nostalgia ci ricollegano anche al pievigino Andrea Zanzotto, conosciuto come uno dei poeti più importanti del Novecento, che ha fatto del suo dolore e del suo vissuto un ingrediente centrale della sua poetica. Anche il valdobbiadenese Piero Berton, sebbene vivesse pienamente il paese durante la giornata, era solito scrivere in solitudine: “Qualche volta lo spiavo di notte, seduto sul tavolo della cucina, solo e immerso nelle sue parole” afferma infatti suo nipote Andrea.

Nonostante la totale scomparsa della vita sociale dai nostri calendari, infatti, per le “penne” venete la reclusione è uno strumento che potrebbe rivelarsi immensamente utile: nella prosa, che oggigiorno è senz’altro più popolare della poesia, molti tra i più apprezzati romanzi di genere si ambientano in un contesto chiuso: dalle isole nascoste e selvagge alle zone circoscritte dalle quali, per un motivo o per l’altro, non è più possibile uscire. Ironico ma vero il fatto che come pretesto per isolare le proprie storie spesso scrittori e sceneggiatori di successo usino proprio l’epidemia: da “Anna” di Ammaniti ai più celebri plot catastrofici o post-apocalittici.

Questo fenomeno permette alla narrazione una maggior introspezione sui personaggi che diventano, in genere, piccole micro-trame dentro una fitta mappa concettuale fatta di rapporti umani e casualità: non è un segreto che questo meccanismo sia stato traslato anche al cinema, nelle serie tv e, in modo particolare, nella televisione italiana dove le sitcom hanno vissuto anni di vero splendore e dove alcuni reality show hanno raggiunto un numero di ascolti da primato mondiale.

I narratori, amatori e professionisti, che oggi si trovano chiusi dentro casa avrebbero così la possibilità di dedicarsi al racconto di una quotidianità che ora, da appena qualche mese, può essere ricondotta a qualcosa da ricordare con nostalgia.

Il colore dello stare assieme verrebbe così accentuato dal grigiore della solitudine e dell’isolamento, della malattia e della paura della morte: diventerebbe così necessario per gli aspiranti scrittori qualcosa che prima non era forse nemmeno possibile e la reclusione si trasformerebbe così in una molla per raggiungere mondi che, nel colore, forse non sarebbe possibile immaginare.

(Fonte: Luca Vecellio © Qdpnews.it).
(Foto: Qdpnews.it © riproduzione riservata).
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