Crespignaga, Sant’Antonio Abate nei dipinti della chiesa Nome di Maria: dalla leggenda alla benedizione in streaming

La festa di Sant’Antonio Abate è ancora molto sentita lì dove le comunità hanno mantenuto strette le tradizioni contadine. A Crespignaga di Maser, nella chiesa che oggi è intitolata al Nome di Maria, esiste una traccia di quanto questo santo fosse presente nella vita della comunità come protettore degli animali: un dipinto lo raffigura assieme a due maiali, a lui simbolicamente associati.

All’interno della chiesetta, che un tempo era dedicata a San Bartolomeo, c’è un altro dipinto sempre raffigurante Sant’Antonio Abate molto più antico: danneggiato dalla fiamma di una candela è stato poi sostituito durante la Seconda guerra mondiale ad opera di un artista francese. Ora i due dipinti sono uno di fianco all’altro nella parete sinistra della chiesa, vicino all’altare: è curioso notare come nella seconda versione, il santo sia stato raffigurato in un ambiente esterno, al cui sfondo si riconosce la Rocca di Asolo.

Da questa raffigurazione si leggono dettagli utili a ricostruire la leggenda di Sant’Antonio, con le curiosità che ne derivano: se nelle altre religioni, il maiale non ottiene nessun posto nell’ordine delle sacralità, qui assume un’importanza tale da venire raffigurato in luoghi sacri.

santantonio abate


Si narra che durante le crociate un capitano francese portasse con sé le reliquie del santo e grazie a queste avvenissero dei miracoli. Per custodirle venne costituito l’ordine religioso ospedaliero degli Antoniani, insieme a un ospedale dove i maiali potevano scorrazzare liberi, riconoscibili da un campanellino come collare: al di là dei miracoli, era il loro grasso la vera cura dei malati di herpes zoster, ovvero il fuoco di Sant’Antonio
.

In qualità di protettore degli animali, la giornata del 17 gennaio è dedicata a lui e oggi, tecnologia permettendo, c’è chi in Italia non rinuncia alla tradizionale benedizione di animali e stalle, affidandosi addirittura alle cerimonie via streaming e continuando a osservare la regola di non macellare alcun animale in questa giornata.

Per concludere, anche la storia dell’ex chiesa parrocchiale nasconde qualche curioso marco storico: venne costruita in occasione della sconfitta degli Ezzelini da parte delle truppe padovane e trevigiane nell’agosto del 1260 e, a testimoniarlo, c’è una pietra del Castello di Ezzelino, o Colle Castellaro, visibile sulla facciata della chiesa a sinistra del portone d’ingresso.

Le pietre del castello sarebbero infatti state distribuite in tutto il territorio per celebrare la caduta del tiranno. All’interno della chiesa è stata ritrovata quello che parrebbe essere il gonfalone originale, risalente quindi proprio a quell’epoca.

(Fonte: Luca Vecellio © Qdpnews.it).
(Foto: Qdpnews.it © riproduzione riservata).
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