Cessalto: terra ricca di acque, ville e chiese

Cessalto: terra ricca di acque, ville e chiese

Cappella filiale della pieve di S. Bartolomeo di Chiarano, la chiesa dell’Esaltazione della S. Croce di Cessalto è attestata per la prima volta nel 1273. Divenuta rettoria tra il 1437 e il 1442, venne elevata a parrocchia a metà del XVI secolo sotto la dipendenza della Congregazione di S. Salvatore del convento di S. Antonio Abate di Venezia (1513-1772).

Cessalto: terra ricca di acque, ville e chiese – video di Luca Vecellio

L’edificio medievale, che appariva rovinoso nel 1474, venne ricostruito nel corso del XVI secolo e riconsacrato nel 1846 dal vescovo di Ceneda Manfredo Bellati. Ampliato nel 1884 e restaurato nel 1895, è costituito da sette altari. A partire dall’ingresso a destra incontriamo l’altare di S. Biagio con pala seicentesca, l’altare delle Anime con pala ottocentesca e infine l’altare con il bassorilievo della Deposizione (1698), un bellissimo gruppo in marmo in stile barocco lavorato con grande finezza d’arte.

Dopo il battistero, racchiuso entro un pregevole cancelletto in ferro battuto, sul lato sinistro troviamo l’altare del S. Rosario con statua di Ferdinando Prinoth. L’ultimo altare, abbellito con la statua di Sant’Antonio di Padova di Giuseppe Stufflesser, ospita la pala della Madonna con Bambino tra i santi Carlo e Francesco, realizzata “in tempo di Francesco Vicentino et Bortolo Veronese compagni” (1642). A lato del battistero, dove un tempo si trovava la cantoria con l’organo (ora trasferito nel presbiterio), è murata una lapide del 1576 che ricorda i membri della famiglia Bronzini di Venezia, morti in quell’anno.

Istituito da don Mauro Gazzelli nel 2017, il parco letterario Christus Vivit si dispone open air davanti alla cinquecentesca villa Cristofoletti (ora canonica) e attorno alla chiesa, recando citazioni di personaggi famosi incise su targhe in ceramica incastonate sulle rocce provenienti dall’Altopiano di Asiago. Dal vecchio portone della villa si snoda un locus lucis eutopico che accompagna il visitatore in un’esperienza personalizzata e animata dalla grande capacità di narrazione degli itinerari spirituali offerti “per alimentare la vita e la speranza di chi incontra” (G. De Marco).

Sperduta nelle campagne del Basso Livenza sorge l’antica pieve di S. Anastasio. Sebbene ricostruita nel 1949, conserva tutto il suggestivo splendore dei luoghi sacri di antica fondazione.

La chiesa della Natività della Beata Vergine di Campagna, figlia della pieve di S. Bartolomeo di Chiarano (1334), passò nel 1514 alle dipendenze della Congregazione di S. Salvatore di Venezia, essendo già istituita a parrocchia (1510). La chiesa cinquecentesca, riconsacrata nel 1826, fu demolita nel 1981.

Di essa rimane il portale, incastonato nel campanile realizzato nel XVII secolo da Giovanni Dominese da Oderzo. Nell’attuale chiesa, costruita su progetto di Luigi Candiani (1956) e consacrata dal vescovo Albino Luciani (1963), è stata riportata la pala settecentesca della Madonna con il Bambino in trono tra i santi Giuseppe, Luigi e Gaetano, mentre dalla collezione di villa Wiel di Oderzo provengono le tele del Transito di San Girolamo, di San Francesco d’Assisi che riceve le stimmate di Gregorio Lazzarini e del Riposo durante il ritorno in Egitto, copia iconograficamente fedele della celeberrima Madonna della Scodella che il Correggio realizzò per la chiesa del S. Sepolcro di Parma (1530).

Grazie all’interesse della famiglia Moretto, la chiesa è stata nel corso del tempo arricchita di altre opere, tra cui l’ambone, l’altare di celebrazione (opera di Alberto Fiorin) e il mosaico raffigurante il veneratissimo San Valentino, realizzato da Stefano Jus entro la lunetta del portale d’ingresso (2013).

(Autore: Giuliano Ros).
(Foto e video: Qdpnews.it ©️ riproduzione riservata).
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