Angela Biz e la raccolta delle stelle alpine nelle cime del Visentin: il singolare e duro lavoro delle donne del ‘900

 

Nel passato della comunità di Vittorio Veneto, in particolare nella frazione di Longhere, alcune donne si guadagnavano da vivere raccogliendo stelle alpine. Questa storia inizia nei primi decenni del 1900, quando la città stava vivendo un periodo difficile e di ricostruzione.

Anche se erano gli uomini a portare a casa il pane, le donne si impegnavano in un mestiere curioso, che era faticoso e non scontato, che richiedeva forza fisica e occhio vigile.

Il periodo di raccolta delle stelle alpine era breve ma da quello dipendeva la sussistenza della famiglia: durava circa quarantacinque giorni, iniziava i primi di luglio, per poi concludere a metà agosto.

Le raccoglitrici partivano in gruppo a tarda notte, dal borgo di Fais: camminavano per due ore e mezza, fino ad arrivare alle cime del Visentin. Angela Biz è una delle poche che ancora può raccontare cosa significasse un mestiere così particolare e descrive il luogo di raccolta come un posto bellissimo, in particolare alle prime luci dell’alba.

Valeva il detto ‘chi prima arriva meglio alloggia’ – dice Angela – eravamo costrette a partire così presto per poterci garantire il posto migliore, con più stelle alpine da raccogliere”.

stella alpina

La quantità di questi fiori differiva in base alle zone: le fasce del monte in cui pascolavano pecore e mucche erano le più rigogliose. Non era scontato trovarne in gran numero, il lavoro stava nel cercarle e selezionare quelle con il gambo più lungo.

Le donne non si limitavano a raccoglierle: anche se erano fiori forti e resistenti, necessitavano di essere curati, perché in breve tempo si ingiallivano e si scomponevano. Dopo le dedite attenzioni, Angela racconta che un’altra fase consisteva nel dividere le stelle alpine in piccoli mazzetti, legandole tra loro con un filo d’erba: pronte per la vendita.

Se le stelle erano di buona qualità ci pagavano venti lire a mazzo, altrimenti il prezzo si abbassava” racconta Angela, che non è la prima della famiglia ad aver svolto questo lavoro, ma è stata preceduta dalla madre. Quest’ultima le aveva insegnato dei trucchi ingegnosi per ingannare il compratore, dicendole di porre sempre in cima ai mazzetti i fiori più belli, per avere un guadagno maggiore.

Tutto ciò che raccoglievamo veniva venduto sempre allo stesso uomo, era l’unico acquirente, e nessuno ha mai saputo cosa facesse con tutte quelle stelle alpine” questo il mistero che mette in luce la signora Biz, ancora incuriosita dal fatto.

A partire dagli anni ’70 le stelle alpine sono state ritenute specie protetta, ponendo fine a questo lavoro che veniva tramandato da madre in figlia da anni. Oggi Angela ha 85 anni, porta con sè un ricco bagaglio di ricordi, e la consapevolezza che le stelle alpine, che le hanno portato guadagno, ora sono sempre meno presenti nelle nostre montagne e a rischio d’estinzione.

 

(Fonte: Redazione Qdpnews.it).
(Foto: Qdpnews.it © riproduzione riservata).
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