Quando la tradizione incontra la modernità: la musica sperimentale del valdobbiadenese Saimon, una fusione tra cantautorato ed elettronica

Indie, elettronica e cantautorato: un mix di generi che racchiude perfettamente lo stile musicale di Saimon, artista di Guia di Valdobbiadene.

Simone è cresciuto ascoltando Fabrizio De André, Francesco Guccini, Francesco De Gregori, prima, e poi Beatles, Pink Floyd e Franco Battiato, per poi passare a stili e generi alternativi: “Nei primi anni dell’università ho cominciato a seguire con interesse la scena indie che stava nascendo in Italia, dapprima come ascoltatore e poi provando a scrivere qualche canzone. Al contempo mi sono appassionato alla musica elettronica sentendo appunto l’esigenza di fare il classico “next step” in ambito musicale”.

Una fusione tra tre generi diversi, come affermato precedentemente: “Esatto – afferma Saimon – In quest’ottica la parte sperimentale dell’elettronica è fondamentale, mi da modo di esprimermi al meglio, anche perché farei fatica a calarmi in un altro progetto musicale”.

“Scrivere testi per me è fondamentale – prosegue – e mi da modo di trasmettere attraverso i miei brani alla gente quello che provo, le mie emozioni. Inoltre penso che in termini di cantautorato a livello nazionale siamo ancora ancorati a una visione vecchia di questo genere, la mia idea è quella di provare a prendere la tradizione e quel modo di scrivere, portandolo a un contesto più attuale, con sound moderni”.

Il leit-motiv del giovane artista valdobbiadenese è quindi quello di prendere la musica elettronica sperimentale e fonderla con la parte più classica della canzone d’autore, con testi un po’ più impegnativi e ragionati. Un genere che si incastra bene con le varie corde artistiche musicali a cui appunto Saimon si ritrova.

(Fonte: Luca Collatuzzo © Qdpnews.it)
(Foto e video: Qdpnews.it © riproduzione riservata).
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