Una storia incredibile quella di Albino Capretta, il maestro valdobbiadenese che nel 1955 è arrivato in India, partendo da Valdobbiadene, con la sua Lambretta.
Ieri la sua famiglia e i cittadini di Valdobbiadene lo hanno voluto ricordare nella speciale occasione del primo evento della rassegna “Tra Libri e Pensieri”, il nuovo festival letterario valdobbiadenese.
In una serata magica, ospitata all’ex Opificio di Villa dei Cedri, il nipote Nicolò, membro della Consulta per la Cultura di Valdobbiadene, ha raccontato il viaggio del nonno grazie alla proiezione di alcune foto scattate all’epoca e agli interventi di tre lettori che hanno letto dei passi del libro di Albino Capretta: “In India con la mia Lambretta”.
Presenti al primo appuntamento della rassegna “Tra Libri e Pensieri” anche l’assessore alla cultura di Valdobbiadene, Giorgia Falcade, Lisa Comarella, presidente della Consulta per la Cultura di Valdobbiadene, e altri membri della Consulta stessa.
Albino Capretta è nato a Valdobbiadene il 22 marzo del 1922 e per trent’anni è stato maestro di scuola elementare in alcune frazioni del paese.
Dal 1959 al 1979 ha diretto con successo “L’Endimione”, il giornale dei valdobbiadenesi, e nella sua carriera ha collaborato a varie pubblicazioni dell’Ana (Associazione Nazionale Alpini) ed è stato direttore responsabile del periodico “La Voce del Tempio”, organo ufficiale del comitato del Tempio Internazionale del Donatore di Sangue.
Il maestro Capretta è morto nel 2003, all’età di 81 anni, ma rivive ancora nei cuori delle persone che lo hanno amato e nelle pagine delle diverse pubblicazioni che portano il suo nome.
Tanti i Paesi attraversati da Albino Capretta nel suo viaggio verso il subcontinente indiano che all’epoca era ancora più ricco di misteri e di suggestioni rispetto all’India del Ventunesimo secolo: ex Jugoslavia, Grecia, Turchia, Iran, Pakistan e India all’andata mentre nel viaggio di ritorno anche Iraq e Siria.
Un’impresa indimenticabile e per nulla semplice da realizzare, considerando le difficoltà di quel periodo e la mancanza di tutti gli strumenti di comunicazione di cui possiamo disporre al giorno d’oggi.
A colpire maggiormente il pubblico di ieri sera, che ha apprezzato gli aneddoti legati alle diverse nazioni visitate dal maestro Capretta, è stata l’accoglienza riservata dai valdobbiadenesi al loro “eroe” in piazza “Guglielmo Marconi” al ritorno dal viaggio.
“Udine, Valdobbiadene. 11 dicembre. Ultima tappa che conclude felicemente la mia fatica. È il giorno più lungo e più intenso. Sono partito da Udine e alle ore 10 sono ai “Pilastroni” di Montebelluna, ove trovo ad aspettarmi una prima staffetta dell’”Auto-Moto-Club Valdobbiadene” – si legge nel libro di Albino Capretta – Primi abbracci; un brindisi con vino caldo, poi, insieme, gli ultimi, interminabili, 18 chilometri”.
“A Bigolino vengo fermato da un gruppo della “Valdobbiadene” e la rappresentante della Pro Loco, Lina Miotto, mi cinge d’una corona di fiori, alla moda indiana – si legge nell’ultimo capitolo del libro – Il tratto finale mi vede in testa ad una lunga colonna di moto e vetture. Giunto in piazza Marconi, a Valdobbiadene, la trovo gremita di folla plaudente. È un trionfo. Tutto il paese è presente e festeggia il mio ritorno: applaude così un uomo che, attraverso questa prova, ha ritrovato se stesso. M’immergo in questo abbraccio, mentre le campane suonano a distesa”.
(Fonte: Andrea Berton © Qdpnews.it).
(Foto: Qdpnews.it – “In India con la mia Lambretta”).
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