Graziano Galatone è attore, cantante, autore di musiche e testi, concertista e conduttore: un artista a tutto tondo ed è pronto a tornare a far sognare i teatri d’Italia, a cominciare da Mestre.
Un concerto, quello che avrà luogo il prossimo 24 maggio al Teatro Corso di Mestre (Canzoni per Sempre – Da “La Dolce Vita” a “Notre Dame de Paris”) che raccoglie il meglio del musical e delle colonne sonore di tutti i tempi. Il tutto raccontato con aneddoti e curiosità che li ha visti protagonisti in questi vent’anni di amicizia oltre il professionale accompagnati da un trio di musicisti eccezionali.
L’artista pugliese è stato intervistato da Qdpnews nel quartier generale di Mood, laboratorio creativo che ha sede a Treviso e che si occupa di creatività a tutto tondo, una realtà che abbraccia il mondo del design, della musica e dello spettacolo, coordinato da Giancarlo Dall’Omo, creativo della Mood Officina di idee Divenire Italia: “Condivido da 20 anni il palcoscenico con Giò Di Tonno e Vittorio Matteucci, due artisti e amici straordinari. “Notre Dame de Paris ” è stato l’inizio di una grande avventura insieme, che oggi ci ha portato a realizzare un Progetto che da tanto tempo sognavo, uno spettacolo unico nel suo genere che ci vede protagonisti in un viaggio nella Musica che più amiamo”.
La voce possente e cristallina di Graziano si è distinta in moltissime esperienze musicali, tra queste Notre Dame dove, dal 2002 ad oggi, ricopre il ruolo dell’insostituibile capitano Phœbus de Châteaupers.
“Ora che i teatri stanno riaprendo gradualmente – precisa Graziano – torneremo alla grande con questo spettacolo, io, Giò e Vittorio ci siamo sempre scambiati idee, messaggi non solo nella musica ma anche nella vita. Questo spettacolo racconta le nostre vite musicali attraverso arrangiamenti interpretati da noi tre ed è un ritorno importante, dopo due anni in cui il Covid ha limitato un po’ tutti, è quindi normale pensare con ottimismo”.
“Ora i teatri riaprono con tanti spettacoli e con tanta voglia di divertirsi, per far dimenticare il periodo brutto seguendo comunque le norme di sicurezza” afferma.
“La musica cambia, ed è giusto che ci sia un’evoluzione in questo senso, soprattutto tra i giovani – prosegue – cambiano i metodi di ascoltare la canzone in sè che deve essere immediata, una musica quindi piacevole che abbia un impatto eccezionale su chi ascolta. Per il teatro è diverso, c’è una struttura più forte, e il tutto va costruito con calma e deve durare nel tempo, non è una home studio, ci vuole una coreografia, una regia e una storia che, anche se vista più volte, una persona la vuole ripercorrere piacevolmente immergendosi in tutto e per tutto. Il teatro è vita è comunicazione e ha bisogno di una connessione tra pubblico e attori”.
(Fonte: Luca Collatuzzo © Qdpnews.it)
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