Il richiamo del Piave e dell’agricoltura nella vita di Monia raccontata dall’agenda Doppio Tempo

Monia Pio Loco Boscariol; un lungo cognome e un’unica grande certezza, la vocazione per l’agricoltura. A 43 anni, grazie alla genetica famigliare, può vantare un DNA molto ricco che le permette di coniugare la competenza tecnica con la creatività, e racconta “non riesco a stare ferma, le idee corrono veloci”.

Nonno con incredibile fiuto per gli affari e nonna geniale e lavoratrice, seguiti da un ferreo papà, tutti vivaisti, hanno generato un mix esplosivo di capacita tecnica, visione strategica; tenacia, umanità e passione.

Monia concentra in sé tutto questo. All’agricoltura e all’azienda di famiglia ci è arrivata (relativamente) tardi – dopo aver superato il diniego paterno e compiuto tutto il percorso professionale a ostacoli. “Finite le medie avrei voluto fare l’Istituto agrario per poi accedere alla Facoltà di Agraria, ma mio padre non ha voluto. Voleva a tutti i costi che facessi un percorso autonomo, staccato dalle scelte famigliari. Temeva che il peso dell’azienda ricadesse sull’unica figlia, come se fossi predestinata a restare lì.

Ho quindi fatto il liceo scientifico, poi Urbanistica allo luav e – da urbanista già inserita nel mondo del lavoro – sono arrivata a un master in architettura del paesaggio a Firenze. Ho sperimentato il lavoro al fianco dei professionisti e i tirocini non pagati, fino ad arrivare in Pro.Tec.O, uno studio professionale per il quale mi sono occupata di impatto ambientale e, grazie a un part-time verticale, sono riuscita a conciliare il lavoro di urbanista con la gestione del vivaio. Vivaio che oggi è un’azienda multifunzionale che racchiude al suo interno la progettazione, la realizzazione e la manutenzione dei giardini, la fattoria didattica, il laboratorio per la produzione delle PPL (Piccole Produzioni Locali) e la coltivazione delle piante aromatiche.

Il vivaio è diventato un ambiente multitasking in cui organizziamo eventi che hanno come base imprescindibile il ritmo delle stagioni e le festività tradizionali agricole, siamo legati in modo indissolubile al Piave, tratto distintivo fondamentale del nostro territorio.

Festeggiamo l’equinozio di primavera, la notte di San Giovanni e la festa di San Martino, a primavera organizziamo delle passeggiate per scoprire e riconoscere le erbe spontanee, mentre in estate il turbinio dei centri estivi per bambini ci assorbe completamente.

Ognuno di questi momenti per noi diventa un’occasione di scambio e crescita, in cui raccogliamo richieste, proposte e idee, ma soprattutto apriamo la nostra azienda”. In Monia la percezione che da un’idea ne possa nascere un’altra è concreta: le giornate sono fitte di impegni e il ritmo delle stagioni regola le scelte strategiche e i progetti.

L’incastro lavoro – famiglia poggia su solide basi: un matrimonio felice con Nicola, due bambini di 6 e 9 anni e il rapporto costante con le rispettive famiglie d’origine fanno sentire forte la presenza della famiglia. Nel 2012, poco dopo la nascita della prima bimba, la sua mamma ha iniziato ad avere qualche problema di salute: una gamba trascinata, le prime scelte sbagliate indirizzate verso terapie alternative, il trauma della diagnosi e il ritorno in carreggiata verso la strada maestra per curare questa sclerosi multipla che si è presentata, ospite indesiderata, con il suo bagaglio ingombrante.

“Ospedale e reparto di neurologia sono diventati un riferimento – spiega – ma ora la malattia è stabile, nella pratica riusciamo a conviverci con una certa tranquillità, è l’impatto emotivo l’aspetto più difficile da gestire. Concilio famiglia – lavoro senza (purtroppo) l’appoggio della mamma: con la scrivania dei bambini in ufficio, la macchina perennemente pronta a partire per portare o prendere qualcuno e il supporto incondizionato di mio marito che, facendo un lavoro totalmente diverso, mi assicura un confronto continuo, produttivo e stimolante, da cui nascono progetti e sogni.

La spinta a creare qualcosa di nuovo, in questo lavoro, è forte e innata. Ogni giorno riesco a stupirmi della magia delle nostre piante, del loro regolarsi segundo quello che gli viene offerto, delle architetture che creano, delle geometrie che disegnano, dei processi creativi che ci regalano.

L’esperienza delle piante aromatiche è recente, ha richiesto un grande investimento di tempo per costruire una conoscenza di base da cui partire. Da li ci siamo agganciati al progetto delle Piccole Produzioni Locali e con le indicazioni di qualche funzionario perspicace e dalla mentalità aperta, siamo riusciti a creare una piccola gamma di prodotti in cui abbiamo riversato idee ed energie.

Ci si giostra tra manuali di autocontrollo, sprazzi di creatività e momenti di forte rigore: ma non dimentico mai quanto sia importante ricordarsi di essere felici per quello che si ha, e credere fino in fondo in quello che si fa.

Le opportunità da cogliere, in questo mix lavorativo, sono tantissime. La fattoria è un luogo generativo che attrae, vorrei che diventasse uno spazio aperto di incontro e confronto con altre donne e mamme in cerca di serenita”. Perché il paradiso non è lontano, è dietro l’angolo, nella bella campagna trevigiana, a Breda di Piave.

(Fonte: Redazione Qdpnews.it © Qdpnews.it)
(Foto: agenda Doppio Tempo).
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