La leggendaria tartare di Ai Cadelach: tra storia e tradizione di un piatto da 15 ingredienti

Nonostante la Tartare sia un piatto rinomato della cucina francese e sia sucessivamente entrato in molti menù dei ristoranti dell’Alta Marca Trevigiana, le sue origini vanno ricercate altrove.

Si dice infatti che l’origine della tartare derivi addirittura dal popolo dei Tartari, gruppo etnico di origine turca proveniente dall’Europa Orientale. I tartari erano un popolo di guerrieri e proprio per questa loro natura viaggiavano molto, riscontrando in loro l’esigenza di consumare dei pasti veloci, che non richiedessero dispendio di tempo nella preparazione.

Nacque così l’usanza di porre la carne cruda sotto le selle; durante le cavalcate e i lunghi spostamenti questa veniva battuta e macinata, divenendo così pronta a essere consumata.

La velocità di preparazione di questo piatto, negli anni, ha lasciato spazio a una realizzazione attenta e ricca di ingredienti che le “tartaraie” ormai sanno dosare con maestria. Se un tempo la tartare era considerata solamente il cibo che sfamava i nomadi, oggi è preparato da persone esperte che rendono questo piatto molto richiesto e che dà un certo prestigio a tutti i ristoranti che lo propongono.

Al ristorante “Ai Cadelach” di Revine Lago questo compito è riservato a Clementina Dal Gobbo, che da anni delizia gli ospiti passando per i tavoli con il suo carrello pieno di spezie, preparando la tartare a vista e aggiungendo all’esperienza culinaria anche quella di perdersi in sapori e gesti che rendono questo piatto uno dei più richiesti del ristorante.
Nato 50 anni fa, “Ai Cadelach” negli anni si è sviluppato seguendo i flussi turistici della Vallata e divenendo un punto di riferimento per tutti i turisti che vogliono trascorrere delle giornate immersi nella natura e nelle bellezze che questi territori offrono. Non a caso la struttura oggi si presta ad accogliere i propri ospiti come centro benessere, spa, maneggio e come punto di partenza per molte escursioni nel territorio.

“Noi puntiamo molto su quella che è la sensorialità – spiega Natascia Bernardi, event manager del ristorante – e alla preparazione a vista dei nostri piatti, perché secondo noi l’occhio è la prima cosa che mangia. Nonostante i nostri piatti siano legati alla tradizione, il nostro modello di preparazione richiama la modernità e le nuove tecniche di cucinare”.

tartare

Infatti ai clienti la tartare viene proposta accostando un carrello al loro tavolo e preparandola a seconda dei loro gusti: vedere la preparazione in ogni fase garantisce non soltanto una degustazione ma un’esperienza che rimane più impressa rispetto al semplice gusto per quanto squisito.

“La vera tartare prevede 15 ingredienti – confida Clementina Dal Gobbo, che ha imparato da giovane la preparazione rubando con gli occhi da chi prima di lei la preparava – e io consiglio sempre di assaggiarla nel suo condimento completo”.

Quando si parla di tartare non ci si riferisce soltanto a una porzione di carne battuta e condita, ma ad un piatto che racchiude esperienza e precisione nel dosaggio dei suoi molti ingredienti. Non è un mistero che “Ai Cadelach” molti arrivino per mangiare questo piatto che ha un gusto sfizioso e ricco come un viaggio attraverso i segreti della Vallata.

(Fonte: Simone Masetto © Qdpnews.it).
(Foto e video: Qdpnews.it © riproduzione riservata).
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