Pieve di Soligo, alla scoperta della casa paterna di Zanzotto: punto di riferimento per viaggi che intrecciano storie di famiglia, di luoghi e di paesaggi

Il 2021 sarà ricordato dai pievigini anche per gli eventi organizzati per celebrare la figura del poeta Andrea Zanzotto nel centenario della sua nascita.

Per questa importante occasione si è deciso di scandire le attività riservando gli interventi sull’opera di Zanzotto e il mondo letterario al 2021, e quelli relativi al rapporto dell’intellettuale con la contemporaneità nelle sue diverse declinazioni al 2022 e agli anni successivi.

Fino ad ora, uno dei momenti più significativi di questo Centenario è stato l’inaugurazione della “casa paterna” del poeta, che si trova in via Cal Santa a Pieve di Soligo, avvenuta lo scorso 10 ottobre.

Oltre ad aiutare il pubblico a ricostruire l’identità del poeta e delle sue relazioni con il paese natale, questo edificio, nel quale ha vissuto la prima parte della sua vita, si configura come luogo della memoria dell’intera comunità.

Grazie al contributo e al supporto della Regione del Veneto, della Città di Pieve di Soligo, della Fondazione Casa Paterna Andrea Zanzotto, del Comitato Nazionale per le celebrazioni del Centenario della nascita di Andrea Zanzotto e di tutte le realtà che hanno lavorato a questo progetto, la “Casa paterna” consente una visita real-virtuale, anche attraverso le installazioni, ad iniziare dal porticato e dal giardino, create appositamente da Studio Azzurro.

“La casa viene concepita come un luogo in cui preservare la memoria dei personaggi, della famiglia, del paese e del territorio in modo innovativo, ricorrendo a nuove modalità di narrazione per favorire una partecipazione sempre più attiva e diffusa – spiegano dalla Fondazione Casa Paterna Andrea Zanzotto – La casa, luogo di oggetti e memorie tanto che ogni piano è stato riportato ad un preciso periodo storico, si trasforma nel corso del tempo sempre più in una Casa ‘che parla’, uno spazio dove gli stimoli multisensoriali diventano per il visitatore il collegamento tra la realtà e i mondi virtuali”. 

“Ognuno potrà rendere la propria visita un’esperienza unica, personalizzata, originale e immersiva – proseguono – Ripartire dalle nostre radici significa recuperare figure di rilievo del territorio veneto e i luoghi ad esse collegati. Oggi è una categoria ormai consolidata quella delle case d’artista di cui esistono molti esempi nazionali, ma anche internazionali. Tuttavia, la sfida è superare il concetto statico di ‘Casa’ legato al luogo e alla memoria e, con una nuova ricetta, immaginare altre categorie e altre modalità di proposta”. 

“La casa paterna di Andrea Zanzotto può essere il punto di riferimento per un viaggio che intreccia presenze, biografie e opere, storie di famiglia, di luoghi, di paesaggi, di comunità e radici, attraverso una narrazione interattiva fatta di immagini, suoni e letture – concludono – Il rapporto dell’artista con la Casa non sta solo nella sua presenza materiale e nelle potenzialità culturali che può esprimere, ma anche nell’aver ispirato direttamente versi e poesie del poeta. Ma la casa rivela anche un’altra presenza artistica, quella appunto del padre Giovanni Zanzotto (1888-1960), di professione pittore e decoratore, appartenente a una famiglia da lungo tempo radicata nel territorio solighese”.

La casa è un tipico esempio di architettura veneta della metà dell’Ottocento, fatta costruire da Giovanni Zanzotto nei primi anni Venti, ma probabilmente partendo da una costruzione precedente. 

Si entra nella proprietà attraverso un sottoportico impreziosito da un fregio del Trecento e dalla presenza di studi per affreschi del padre del poeta e, dopo aver percorso un piccolo giardino, si arriva all’abitazione, incastonata in un borgo di altre case e sottoportici. 

La casa odierna (una parte della casa originaria venne infatti venduta da Giovanni Zanzotto) si articola su tre livelli e presenta una struttura molto semplice: al piano terra, riportato agli anni Cinquanta, un piccolo ingresso con scale, salotto decorato dallo stesso Giovanni con in fondo lo studiolo di Andrea, e cucina.

Al primo piano, riportato a periodi anteriori agli anni Cinquanta, due stanze da letto matrimoniali, una cameretta e un bagno; al secondo il granaio, che è l’unico ambiente interessato da un intervento che lega passato e futuro. 

Opere decorative di Giovanni Zanzotto erano presenti in varie stanze della casa originaria, in particolare il ritratto del piccolo Andrea decorava le pareti di una stanza della parte che, in seguito, è stata venduta.

Qdpnews.it ha avuto l’opportunità di entrare nella casa paterna di Zanzotto con alcuni protagonisti del recupero della struttura e con chi avrà il compito di valorizzarla: Giovanni Follador, presidente Unpli Veneto, Marco Golfetto, membro del consiglio di amministrazione del Gal dell’Alta Marca Trevigiana, Antonio De Piccoli, restauratore delle parti in legno, Giovanni Pezzuto, titolare “Decora”, Agostino Mirsayev, amministratore unico di Home Cucine, Ivo Nardi, amministratore delegato Perlage Wines, Nello Buffon, ex gestore dell’Hotel Villa Soligo, Antonio Petrucci, attuale direttore dell’Hotel Villa Soligo, Stefano Titton, elettricista, Osvaldo Brun, la mente de “La Croda ciclostorica”, e Rinaldo Checuz, fotografo e membro del Fotoclub Sernaglia.

(Fonte: Andrea Berton © Qdpnews.it)
(Foto e video: Qdpnews.it © riproduzione riservata).
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