Novantadue anni e non sentirli. Parafrasando uno slogan degli anni ’80 in cui l’attore Nino Castelnuovo promuoveva una nota marca di olio d’oliva, intento a saltare una staccionata, si può sintetizzare la figura di Rino Casagrande.
Montebellunese, una vita da tornitore alle spalle, fin da quando, giovanissimo, iniziava da apprendista alle Officine Conte, nel 1942. Poi al Tornificio di Biadene e quindi, all’età di 60 anni, la pensione.
La passione per le macchine utensili gli è rimasta e, per hobby, ha continuato a dilettarsi nella lavorazione del ferro. “Sono tutte macchine che mi sono costruito da solo – racconta Rino -, recuperando qua e là pezzi che poi ho messo insieme”.
Rino Casagrande ha una vitalità da far invidia ad un 40enne: “La passione per il lavoro mi ha sempre spinto a fare qualcosa ed ancora oggi non riesco a stare fermo”.
“Se qualche amico ha bisogno gli realizzo il pezzo che gli serve, tutto in amicizia. E diventa anche l’occasione per passare il tempo in compagnia, magari davanti a un’ombra di vino”.
Qual è il segreto per mantenersi così in forma alla veneranda età di 92 anni, compiuti pochi giorni fa? “Forse è anche fortuna – risponde Casagrande, mentre ci offre un bicchiere di vino nella tavernetta di casa sua a Guarda -, devo però dire che ho mangiato sempre pochissima carne rossa. Sì carne bianca e selvaggina, tanta frutta e verdura. Senza mai farmi mancare un paio di bicchieri di buon vino”.
Con un certo orgoglio ci mostra una sua recente invenzione: un macchinario che serve per portare carichi anche di un certo peso nei boschi. Lo ha realizzato togliendo la lama da una motosega, applicandogli una puleggia, un rapporto e tre ruote.
Con un cavo d’acciaio avvolto nel rocchetto si agganciano anche grossi tronchi che possono così essere trasportati con una certa agilità anche sulle salite più ripide.
Straordinario Rino Casagrande, un uomo che è esempio per tutti e icona dell’operosità veneta.
(Fonte: Flavio Giuliano © Qdpnews.it).
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