Il racconto delle Grotte o “cave” del Caglieron: l’intreccio tra la natura e il duro lavoro degli scalpellini

 

Si trova a Fregona uno dei luoghi più affascinanti della Marca: un vero e proprio scrigno che rivela l’intersecarsi di una conformazione straordinaria della natura, in questo caso legata al fenomeno del carsismo, e dell’altrettanto sorprendente capacità artificiale dell’uomo di plasmare l’ambiente in cui vive.

Un po’ come per quanto riguarda le colline da poco proclamate Unesco, le Grotte del Caglieron non si limitano a essere un luogo speciale, ottenendo l’anno scorso persino il riconoscimento di “luogo del cuore FAI”, ma simboleggiano le origini umili e la storia di tutte quelle vite che hanno impreziosito con i calli sulle mani questo ricco territorio.

Tutto nasce da un torrente di origine carsica, il Caglieron, che nei millenni ha modellato e scavato una tipologia di roccia, conosciuta a livello locale come “piera dolza” perché malleabile, erodibile e ricca di calcare e argilla, materiale che collega il sito anche con la foresta del Cansiglio e il Monte Pizzoc, dove per lo stesso fenomeno sono piuttosto comuni i franamenti. Il Caglieron scorre tutto l’anno, compreso l’inverno, perché la temperatura delle grotte rimane invariata: 13 gradi e il 98 per cento d’umidità.

Anche se si chiamano grotte, il termine corretto sarebbe cave: “Tutta la costa di Fregona è scavata – racconta Giorgio Zampieri, della Prealpi Cansiglio Hicking, che ha guidato Qdpnews.it all’interno del sito – Soprattutto in epoca Veneziana questo materiale si era reso importantissimo e qui lavoravano e vivevano coloro che storicamente venivano definiti scalpellini”.

Guardando la prima cava, infatti, si nota un lavoro manuale di grande precisione, oltre a delle incisioni e delle colossali colonne perpendicolari che servivano per sostenere il soffitto durante le operazioni di estrazione, che avvenivano a partire dall’alto fino al basso.

grotte Caglieron

Scendendo si arriva al punto più fotografato dai visitatori delle Grotte: un canyon naturale che ha avuto origine dal collasso delle pareti di traversino e dall’attività erosiva e chimica del Caglieron, il quale ha creato delle vasche evossive che un tempo venivano chiamate appunto “cagliere”.

Qui il parco prevede delle emozionanti passerelle che permettono di attraversare il canyon e avvicinarsi a queste straordinarie trasformazioni naturali, che un tempo permettevano alla comunità la possibilità di sostenersi.

Scendendo dal versante opposto all’entrata del percorso, è possibile imbattersi in due mulini, uno dei quali giace proprio sotto a un ristorante molto apprezzato se pur nascosto nel cuore rigoglioso della valle: l’alimentazione proveniva appunto dal Caglieron attraverso una piccola diga che garantiva un flusso d’acqua tutto l’anno.

A fruire di questa risorsa è stato anche chi abitava il Borgo dello Scalpellino, poco più in su: una casa storica, ristrutturata dal Comune, dove un tempo viveva uno scalpellino.

“Lo si intuisce dal fatto che c’è una finestra più ampia al piano terra che serve per lavorare fino a più tardi alla sera – spiega Giorgio – Anche gli architravi infatti sono composti di piera dolza, un materiale che di certo non mancava da queste parti”.

Il sito è visitatissimo nella stagione estiva e non soltanto dagli italiani, il vice sindaco Katy Mastorci, che nutre verso le grotte un naturale sentimento d’affetto, ci parla di statunitensi e cinesi che cominciano a conoscere e far conoscere questo luogo incredibile.

“Delle grotte ci si innamora – afferma – ed è per questo che l’amministrazione comunale ha accettato di poter celebrare qui alcuni matrimoni”. Le Grotte del Caglieron rappresentano un grande orgoglio per Fregona, sebbene non siano l’unica destinazione naturalistica presente nel territorio comunale, e rappresentano un’altra crocetta rossa, un altro “to do” categorico, sulla mappa dei molti, moltissimi turisti che tutta l’Alta Marca ma in generale la Regione Veneto conta di ricominciare ad accogliere.

 

(Fonte: Luca Vecellio © Qdpnews.it).
(Foto e video: Qdpnews.it © riproduzione riservata).
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