Dai fornelli alla pittura: Federico Lucchetta presenta la “Crocifissione” in abbazia a Follina

Un dipinto dalle dimensioni di 4,5 per 3,5 metri, da qualche settimana troneggia nello splendido refettorio dell’abbazia cistercense di Follina. Si tratta di una raffigurazione della crocifissione di Gesù Cristo eseguita da Federico Lucchetta (a destra nella foto con il vescovo Pizziolo),  pievigino classe 1984, noto ai più per essere affermato gestore del ristorante “Al Caminetto” di Follina.

Bravo ai fornelli e nella pittura, Federico ha sempre respirato e apprezzato l’arte, fin da piccolo in famiglia, grazie al prozio Luciano Salomon, artista del ferro, e al padre architetto. Una passione, la sua, rivolta non solo ad una visione del presente, ma anche al recupero delle cose del passato.

Del dipinto esposto in abbazia colpiscono molti aspetti. La grandezza, le proporzioni, le svariate allegorie e la scelta dei colori. Nulla è affidato al caso e tutto evidenzia la grande fede che ha ispirato Federico nella sua opera.

Cimentarsi a soli 34 anni con una delle rappresentazioni più classiche della cristianità non è da tutti. I colori usati sono tetri e cupi, in linea con la tragicità del momento. Un senso di angoscia e di dolore reso intenso da un’eclissi di sole e dalla presenza di alcuni corvi. Tutto porta alla sofferenza di Cristo in quei tragici momenti che hanno cambiato la storia dell’umanità. Ma c’è un però. Le croci sono dorate, il colore sacro della Cristianità. Quelle croci ribaltano il senso del dipinto e ci portano verso la salvezza.

Federico con quest’opera ha volto trasmettere “l’assoluta consapevolezza del momento storico che stiamo vivendo”. La consapevolezza di Cristo nel dipinto deve diventare la nostra nella vita di tutti i giorni. L’opera, visitata anche dal vescovo di Vittorio Veneto, Corrado Pizziolo, si presenta come l’inizio di un percorso che Federico compie dopo dieci anni di lavoro privato senza aver mai prima esposto al pubblico.

I ringraziamenti dell’autore vanno al priore dell’abbazia, Francesco Rigabello, e al vescovo, insieme all’auspicio che l’opera trovi una collocazione permanete che la valorizzi. Il dipinto sarà visitabile al refettorio dell’abbazia fino a domenica 8 di aprile.

(Fonte: Giancarlo De Luca © Qdpnews.it).
(Intervista video a cura di Giancarlo De Luca © Qdpnews.it).
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