Toponimi dell’Alta Marca: Cison di Valmarino, dove il mare e il ghiaccio hanno creato un paesaggio caro agli dei

Cison di Valmarino, comune di duemilacinquecento abitanti ai piedi delle Prealpi Trevigiane e Bellunesi, è la meta odierna del nostro viaggio alla ricerca dei toponimi.

Siamo in Valsana, Sanavalle o più semplicemente in Vallata, una depressione che da Vittorio Veneto si sviluppa sino a Combai di Miane, costellata di paesi accomunati dall’elevata qualità della vita. In occasione delle prossime escursioni affronteremo nel dettaglio l’origine di un nome geografico che evoca una salubrità conseguenza di favorevoli condizioni ambientali e della meticolosa opera di bonifica dei monaci benedettini; ma adesso concentriamoci sul borgo.

Cison di Valmarino, abitata sin dalla preistoria e cresciuta in epoca romana grazie a vie di comunicazione quali la via Claudia Augusta Altinate, dal Medioevo diviene residenza di famiglie aristocratiche e fulcro della vita religiosa dell’Alta Marca. In contatto con la Serenissima attraverso percorsi d’acqua e di terra, Cison rappresenta una tappa obbligata per soldati, pellegrini e mercanti che giungono dal feltrino e dal bellunese attraverso i passi di San Boldo (o sant’Ubaldo) e Praderadego.

Conosciuto semplicemente come Cison fino al 1867, il comune deve forse il proprio toponimo dal latino caesa, “cisa” o “cesa”, cioè siepe, bosco ceduo o area disboscata. Valmarino deriva invece da Vallis Mareni, Valle Mareno, o de Mareno (esiste anche Valmareno, frazione di Follina), tutti toponimi che rimandano al sostantivo di origine gallica mara o marra, cioè palude, acquitrino.

Ipotesi sostanzialmente analoghe affermano che Cison derivi da caesum, in latino tagliato, a ricordo del taglio della selva e della successiva bonifica. Valmarino avrebbe invece a che fare con il mare che, ritiratosi nella notte dei tempi, ha lasciato spazio a luoghi coperti di acque stagnanti e paludose.

Percorrendo le contrade cisonesi alla ricerca di antichi toponimi ci si imbatte in una serie pressoché infinita di storie e suggestioni. Una per tutte: Tovena, ai piedi dell’ardita strada dei Cento Giorni deve forse il proprio nome geografico alla locuzione veneta toff, terreno compatto e inattaccabile; o al trentino tof cioè fenditura dovuta all’erosione. Una terza, fantasiosa teoria, mette in relazione il toponimo con l’abitudine dei viaggiatori di rifocillare cavalli e asini con l’avena disponibile in loco.

Borgo fra i più belli d’Italia, Bandiera Arancione del Touring Club Italiano e perno dei luoghi proclamati Patrimonio dell’Umanità, Cison di Valmarino e le sue frazioni meritano una capillare esplorazione: magari alla ricerca dello scorcio panoramico che tanto colpì Andrea Zanzotto da paragonarlo a una “cartolina mandata dagli dei”.

(Autore: Marcello Marzani).
(Foto: archivio Qdpnews.it).
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