Una superba manifestazione d’arte contemporanea: l’Arcipretale di Santa Giustina

L’imponente e maestosa arcipretale di S. Giustina, costruita nel 1905 a Dussoi di Limana sul terreno della contessa Anna Bucchi Piloni dall’impresa di Luigi Croce di Belluno, fu consacrata nel 1910 dal vescovo Luigi Foschiani. La sua realizzazione va ascritta alle fatiche di don Mariano Corrà da Zoldo, che “con inauditi sacrifici portò a compimento la grandiosa opera, tempio veramente degno di Dio e superba manifestazione dell’anima sua e dei suoi parrocchiani” (R.M. Tormen).

All’epoca di don Giuseppe Indo sono state aggiunte le quattro campane (1923), è stato acquistato l’organo di Giovanni Pugina (1923) e sono stati rifatti da Giuseppe Zanette sia l’altare maggiore sia l’altare minore della Madonna (1930). Nel 1925 il colonnello ligure dei Bersaglieri Luigi Ardoino donò una statua lignea del Sacro Cuore in segno di riconoscenza “dopo l’anno di prigionia trascorso alla macchia in quella zona” durante la Prima Guerra Mondiale. All’epoca di don Paolo Pescosta venne rifatto in marmo l’altare del S. Cuore su progetto dell’architetto Alberto Alpago-Novello a seguito di un voto emesso durante la Seconda Guerra Mondiale per il rientro dei soldati (1943).

L’arcipretale si caratterizza per un significativo connubio di antico e moderno, conservando altari, il pulpito e altre opere dell’antica pievanale. La prima cappella a destra ospita un altare in legno scolpito (1609), attribuito a Giovanni Battista Auregne. Nell’incavo sotto la mensa sono state collocate nel 1842 le reliquie di san Valentino (IV secolo), donate dal pontefice bellunese Gregorio XVI. Sullo sportello del tabernacolo a forma di tempietto rinascimentale è stato dipinto da Agostino Ridolfi il Cristo nel calice tra angeli e Padre Eterno (1614). La prima cappella a sinistra ospita un altro altare ligneo seicentesco, che custodisce nella nicchia una statua moderna di Sant’Antonio di Padova (F. Vizzutti).

Nella parete di destra dell’aula è appesa la seicentesca pala della Sacra conversazione di Nicolò Barpi, affollata di santi (Caterina da Siena, Carlo Borromeo, Giuseppe, Francesco, Nicolò, Filippo Neri, Tommaso d’Aquino e Teresa d’Ávila) disposti ai lati della Madonna con Bambino in trono, sotto il quale si stende un tappeto caucasico dalla decorazione complessa. Sulla fronte del primo gradino del trono sono dipinti gli stemmi del vescovo Giovanni Tomaso Malloni (1634-49) e del pievano don Pietro Visomio (1629-51).

Nel presbiterio sono posizionati gli stalli seicenteschi in noce del coro, rimarchevoli per “finezza esecutiva ed eleganza lineare” (F. Vizzutti). Sul fastigio dello stallo pievanale è inscritto il nome di don Bartolomeo Polla (1651-57), mentre sui postergali di destra sono scolpiti gli stemmi di don Pietro Visomio e don Bartolomeo Polla.

Il pittore lombardo Pietro Cortelezzi è l’autore del ciclo di affreschi dell’area presbiteriale, considerati come “il più alto conseguimento dell’artista tra i lavori da lui eseguiti nelle chiese della provincia di Belluno” (F. Vizzutti): Assunzione (1953), Natività (1958), Crocifissione e Annunciazione (1959). A conferma dell’apertura verso l’arte contemporanea della parrocchia di Limana, merita di essere segnalata sulla parete di sinistra dell’aula la presenza di un olio su tavola raffigurante Santa Giustina di Gilberto Casellato (1995), nel quale la santa patrona è rappresentata assieme all’unicorno (simbolo di purezza e castità) contro un fondale, nel quale si riconosce l’arcipretale stessa e il santuario di Paré con il zigzagante percorso della Via Crucis.

(Autore: Giuliano Ros)
(Foto e video: Simone Masetto)
(Articolo di proprietà di Dplay Srl)
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