Miane, da una lastra di ferro a opere d’arte dalle curve sinuose: le sculture di Valentino Moro, artista solitario

Incontrare Valentino Moro significa incontrare un artigiano ma anche un artista, un uomo che prima di far lavorare il corpo lavora con la mente. E se incontrare un artista è di per sè un’esperienza curiosa, vederlo all’opera rende lo spettatore partecipe del segreto della creazione.

È così che entrando nel laboratorio di Valentino si viene colpiti da tre sensazioni distinte: grandezza, eleganza e quiete.

Le sculture che crea, ci racconta, sono frutto di fantasia o di richieste da parte di un committente ma, nonostante la presenza di un progetto strutturato nei minimi dettagli, la duplicazione esatta di una scultura è da escludere perché tutto viene fatto a mano.

Uso il ferro ma non le sue leghe perché non sono trattabili – spiega Moro, allacciandosi il grembiule da lavoro -, mi piace però unirlo anche alla pietra o al vetro, a seconda del mio estro”.

È in questo modo che si creano dei pezzi unici, che possono spaziare dall’oggettistica decorativa a elementi di arredamento o a enormi sculture da collocare in grandi spazi esterni.

Tutto viene pensato, abbozzato e ultimato nel suo laboratorio di Miane, in cui lavora sempre da solo: “Ho iniziato facendo cancelli e ringhiere in ferro ma poi ho seguito la mia passione e sono riuscito a incanalarla in qualcosa di concreto. Non nego che a volte farebbe comodo un aiuto ma quando ci sono due teste e due creatività differenti si rischia di collimare, così, invece, ho modo di creare senza ostacolare o venire ostacolato”.

Lavorare il ferro significa avere forza ma anche delicatezza e senso del ritmo: “Il maglio serve per la sua potenza ma è l’artigiano che ne regola la velocità e l’impatto”.

Valentino Moro si muove con sicurezza tra le macchine, il fuoco della fucina, le pinze e gli attrezzi da saldatore: “Se si sbaglia un pezzo non è grave, il ferro si può scaldare e rimodellare all’infinito, ma per non fare errori bisogna sapere in anticipo quali sono i passaggi da eseguire, perché bisogna lavorare in fretta”.

Le sculture che costellano lo spazio espositivo interno ed esterno e sono innumerevoli e nel laboratorio ve ne sono altrettante, non ancora ultimate.

Mi costa sempre un po’ separarmene perché diventano delle mie creature, in un certo senso fanno parte di me” commenta mentre gli viene chiesto quale sia la sua preferita: “impossibile – dice, – tutte sono uniche”.

Moro ha passato la vita a lavorare il metallo e oggi le sue opere sono diventate tratto distintivo di molti luoghi, pubblici e privati, ma inizialmente il suo laboratorio non era che un piccolo spazio ricavato da un vecchio deposito tra i vigneti.

Lo spirito umile è rimasto lo stesso di quegli anni e con tenacia guarda al futuro: “Il mio è un mestiere solitario e nel mondo dell’arte le truffe e le scorciatoie sono frequenti. Sapere di aver fatto un lavoro onesto e di poter garantire qualità ai miei clienti è ciò che mi fa andare avanti serenamente”.

(Fonte: Alice Zaccaron © Qdpnews.it).
(Foto e video: Qdpnews.it © riproduzione riservata).
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