“Il ciclo di affreschi all’interno della Pieve – aggiunge – è un autentico scrigno di tesori. Tutti gli affreschi disseminati nella Pieve hanno un grande significato simbolico di altissima levatura teologica e anche molto particolari se si pensa che questa era una piccola pieve medievale in cui potrebbe apparire strano trovare incastrati elementi singolari di alto lignaggio teologico. Ciò che occupa il centro del pensiero, oltre all’importanza di questa chiesa battesimale per un territorio vastissimo di quasi 50 chilometri quadrati, è lo splendido ciclo del simbolo degli apostoli, il “Credo Apostolico”.

“Il Credo – conclude l’avvocato Riponti – descrive i dodici pilastri della fede ed è aperto e presidiato dalla figura di Sansone che imbraccia una mascella d’asino, simbolo della strenua difesa della fede fatta da un eroe biblico imparagonabile per forza e coraggio. Dal punto di vista artistico è ignota la paternità, anche se illustri studiosi la attribuiscono ad Andrea da Treviso, pittore bellunese che visse a Treviso nel corso del Quattrocento. In ogni riquadro c’è un’immagine che illustra il precetto fondamentale di fede e tutto il creato, che è il globo centrale, poggia sulla figura di Dio Padre. Ogni riquadro ha l’apostolo che ha pronunciato il dogma di fede e dall’altro lato un profeta che nell’Antico Testamento aveva anticipato quel principio di fede prima della venuta del Cristo. Una “biblia pauperum” che serviva a illustrare i dodici precetti della nostra fede a tutti gli abitanti del territorio, spesso analfabeti”.

Un serbatoio artistico straordinario per illustrare i fondamenti della fede cristiana in una Pieve incastonata in un paesaggio unico del suo genere.

San Giovanni XXIII amava passare le sue vacanze nella villa patriarcale nelle vicinanze della Pieve e celebrava spesso la Santa messa a portone aperto per contemplare una natura straordinaria, vera icona del Creatore.

(Fonte: Andrea Berton © Qdpnews.it).
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