La religione al tempo del Coronavirus: cristiani, musulmani, buddhisti e induisti trevigiani pregano a distanza

L’emergenza Coronavirus ha colpito anche le religioni, richiedendo ai fedeli, ai sacerdoti e alle diverse guide spirituali di riorganizzarsi per continuare a pregare a distanza, sentendosi ancora una comunità.

In Provincia di Treviso, non mancano le iniziative per assistere alle messe e alle funzioni religiose cristiane, con dirette via internet nelle principali parrocchie ma anche con bollettini parrocchiali online e video o scritti di sacerdoti e religiosi che circolano in rete.

Anche il suono delle campane, gli inviti a pregare alla stessa ora o l’esposizione di simboli religiosi possono aiutare a sentirsi uniti in questo momento di prova, per molti un’occasione per riscoprire i valori più autentici di chi vive in una società che inizia a discernere tra ciò che è superfluo e ciò che, invece, risulta essere indispensabile per chi crede nell’importanza delle relazioni umane.

Per molti buddhisti trevigiani, che seguono monaci o altre guide spirituali che si ispirano all’insegnamento del Buddha, questo è il momento per meditare e rafforzare quegli esercizi della mente che aiutano a mantenersi tranquilli, riflettendo anche sul concetto di impermanenza (tutto ciò che vediamo è soggetto a continua modificazione e, quindi, dobbiamo cercare di sviluppare un sereno distacco dalle cose, senza essere indifferenti ma cercando di corroborare la compassione per chi soffre)

Gli induisti, invece, hanno la possibilità di pregare o meditare davanti ai piccoli templi domestici con le foto dei loro guru e con le statue delle divinità che vengono pulite, colorate, vestite ed esposte con molta cura e devozione.

Tanti maestri spirituali del Sanatana Dharma (altro nome per riferirsi all’induismo), inoltre, condividono video con letture o approfondimenti su testi sacri o specifici cammini spirituali utili a vivere al meglio questo periodo di sacrifici, di privazioni e di angosce.

L’apporto della religione e della psicologia, con mezzi e percorsi ontologicamente differenti, aiutano a contrastare attacchi di panico, paure e tutti quegli atteggiamenti di insofferenza e scoraggiamento che caratterizzano questa fase così delicata per tutta la nazione.

Una spiritualità diversa, dove la dimensione del sacro non viene vissuta fisicamente all’interno di una comunità che prega unita, ma che può offrire spunti e riflessioni interessanti sul proprio rapporto con la fede, con il divino e con l’accettazione di quanto sta avvenendo.

Per i musulmani, infine, la sofferenza per il fatto che la comunità di fedeli non possa riunirsi insieme per pregare, viene alleviata dalla preghiera domestica e dallo studio del Corano insieme ai propri familiari, coinvolgendo soprattutto i bambini che dai genitori possono imparare i rudimenti di una fede secolare.

(Fonte: Andrea Berton © Qdpnews.it).
(Foto: per concessione di una lettrice).
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