Draghi, leoni e arti marziali: grande festa a Padova per il Capodanno cinese 2019

Continua l’approfondimento sulle culture straniere presenti in Veneto con una nuova tappa significativa alla scoperta delle tradizioni cinesi, in occasione dei festeggiamenti per il Capodanno cinese a Padova.

Sabato 9 febbraio 2019, il centro storico di Padova si è vestito a festa per celebrare la cultura cinese proponendo alcuni spettacoli tradizionali che vengono realizzati in Cina durante le giornate in cui si festeggia la “Festa di Primavera”, che corrisponde all’inizio del nuovo anno secondo il calendario lunare cinese.

Un enorme drago colorato, uno dei simboli indiscussi della Cina, ha sfilato per via VIII Febbraio, via Cavour, via Santa Lucia, via Sauro, piazza dei Signori, via Monte di Pietà, via Manin, piazza delle Erbe e Liston fermandosi a Palazzo Moroni dove tante persone hanno potuto assistere alla tradizionale danza dei leoni seguita da una spettacolare esibizione di arti marziali.

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Questo importante evento, che ha ottenuto il patrocinio del Comune di Padova, dell’Università degli Studi di Padova e dell’Università del Guangzhou, è stato reso possibile grazie all’impegno dell’Istituto Confucio all’Università di Padova, con i suoi direttori professor Giorgio Picci e professor Michael Yang, che ha deciso di rinnovare questo incontro all’insegna dell’approfondimento e della divulgazione della cultura tradizionale cinese.

Quest’anno il Capodanno lunare, una delle festività cinesi più importanti, è caduto il 5 febbraio e in Veneto sono state davvero numerose le iniziative realizzate per far conoscere al pubblico italiano un mondo di usi e costumi che non sempre è stato approfondito con la dovuta attenzione. Il 5 febbraio, infatti, l’Istituto Confucio all’Università di Padova, in collaborazione con l’Istituto gemello di Venezia, ha organizzato all’aeroporto Marco Polo di Venezia una serie di eventi culturali e folkloristici per intrattenere i viaggiatori, con un’attenzione particolare per quelli in transito da e per la Cina, che spaziavano dalla calligrafia all’esibizione di danze tradizionali, dalla musica tradizionale al paper cutting, con la presenza del Console Generale per la Cina di Milano.

Nella giornata di venerdì 8 febbraio, invece, la città di Padova ha ospitato il dottor Adriano Màdaro, sinologo di fama internazionale, che ha tenuto, negli spazi di sala Paladin a Palazzo Moroni, una conferenza dal titolo: “Segreti da svelare dell’archeologia cinese”. Un interessante contributo per conoscere le maggiori scoperte archeologiche avvenute in Cina negli ultimi decenni, con un focus specifico sui misteriosi siti delle mummie del Xinjiang conservate intatte, con le loro suppellettili, per 4000 anni.

I virtuosistici spettacoli funambolici della scuola pordenonese di arti marziali “Weisong”, del maestro Liu Yuwei, il nuovissimo dragone d’oro, i caratteristici leoni e il “Buddha dalla Grande Faccia” sono state le attrazioni che nel pomeriggio di sabato hanno permesso ai padovani, insieme ai tanti turisti presenti, di conoscere il coloratissimo mondo del folklore cinese.

Quest’anno i cinesi hanno festeggiato l’anno del maiale, dodicesimo animale dello zodiaco cinese, simbolo di prosperità, generosità e determinazione. La leggenda vuole che l’ordine degli animali dello zodiaco sia stato stabilito quando il Buddha decise di chiamare a raccolta tutti gli animali della terra. Solo 12 animali arrivarono e allora il Buddha stesso, premiandoli per la loro fedeltà, decise di chiamare ogni anno del ciclo lunare con il nome di ciascuno di essi, nel loro ordine di arrivo. Secondo la tradizione, l’anno del proprio segno è il più sfortunato e viene chiamato “Ben Ming Nian”. Per scacciare la sfortuna bisognerà indossare qualcosa di rosso, colore ritenuto fortunato e capace di allontanare il terribile mostro Nian che ogni anno, proprio l’ultimo giorno del calendario lunare, si sveglia dal profondo sonno e, allontanandosi dagli abissi dove dimora, arriva sulla terra ferma per seminare il terrore nei villaggi. Durante il Capodanno cinese vengono appese decorazioni e lanterne rosse, si possono vedere fuochi d’artificio coloratissimi e assistere a spettacoli come la danza del drago e del leone, proposti anche a Padova.

Grazie ad Arcobaleno, ristoratrice cinese titolare del primo ristorante cinese aperto a Padova nel 1987, turisti e residenti hanno la possibilità di conoscere le tradizioni culinarie cinesi non solo in occasione del Capodanno cinese ma durante tutto l’anno. Arrivata da Trieste verso la fine degli anni Ottanta, Arcobaleno è riuscita, come molti altri suoi connazionali, a far sì che l’impegno e il duro lavoro potessero diventare uno strumento efficace per una piena integrazione nella società italiana.

“Siamo felici – ha commentato la ristoratrice cinese Arcobaleno – di festeggiare il Capodanno cinese anche a Padova. Nel mio paese natale in Cina, la notte prima del Capodanno, tutta la famiglia si riunisce per preparare i famosi ravioli della tradizione. Nella mia zona il ripieno dei ravioli è di carne. Sempre per creare una bella atmosfera di festa, disponiamo le varie decorazioni, le lanterne rosse e dei fogli con delle poesie sulla fortuna. Le mamme preparano dei vestiti nuovi per i bambini e il giorno prima di Capodanno, quando i bambini si svegliano, trovano dei regali vicino al loro letto con una busta o un pacchetto rosso con dei soldi: un augurio per i bambini affinché crescano sani e bravi”.

“Il secondo giorno dell’anno nuovo – conclude la titolare del ristornate Shanghai di Padova – i bambini devono andare a trovare i nonni e posso dire che è un bel momento dove le famiglie, che a causa del duro lavoro sono molto impegnate durante il resto dell’anno, riescono a ritrovarsi e a condividere i giorni di festa in allegria. Agli anziani vengono portate le zampe di maiale stufate che, per noi, sono le parti più preziose e importanti dell’animale. Si tratta di un gesto di rispetto per gli anziani. Nel cenone di Capodanno non potranno mancare i ravioli, il pesce (simbolo di abbondanza), gli involtini primavera (soprattutto nella Cina orientale) e delle palline di riso dolci, che chiamiamo Tangyuan“.

Una comunità, quella cinese, che in Veneto si è sempre distinta per la grande dedizione al lavoro e per la tranquillità dei suoi rappresentanti. Il Veneto e la Cina hanno una lunga e feconda storia di rapporti e contatti che hanno visto nella figura del veneziano Marco Polo il precursore delle relazioni con questa nazione che oggi viene guardata con rispetto e ammirazione, visti gli svariati successi nel campo delle innovazioni tecnologiche e nei vari settori dell’economia. Oggi, la vera sfida per la Cina è quella di mostrare al mondo il suo ricco patrimonio artistico e culturale per far sì che possano nascere nuove collaborazioni e nuovi progetti di reciproco scambio con tutti i paesi interessati ad andare oltre ai classici rapporti commerciali ed istituzionali con questa nazione così importante.

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(Fonte: Andrea Berton © Qdpnews.it).
(Foto: Francesco Pastro ® riproduzione riservata).
(Video: Qdpnews.it ® riproduzione riservata).
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