Inaugurata “Insistenze”, la retrospettiva su Giuseppe Taffarel, il regista-partigiano. La figlia: “Un perfetto mosaico sulla sua opera di documentarista”

Nel decennale della morte di Giuseppe Taffarel (avvenuta a 89 anni il 9 aprile 2012), Vittorio Veneto ieri ha ricordato il regista, attore e sceneggiatore inaugurando la retrospettiva “Insistenze” che, fino al 7 luglio, racconterà  la vicenda artistica del maestro del documentario neorealista italiano, ricostruita a Palazzo Todesco di Piazza Flaminio dal Comune e dai curatori di “I Am”.

Il “La” all’esposizione è stato dato con un incontro pubblico al Teatro Da Ponte, in cui sono intervenuti il sindaco Antonio Miatto, l’assessore alla cultura Antonella Uliana, lo scrittore Giovanni CarraroMaria Chiara Marangon presidente dell’Anpi locale e Michela Taffarel, figlia del regista.

“Per me e mia madre Luana Fantini è stato un evento emotivamente molto impegnativo. Prima di tutto per la ricorrenza della scomparsa e poi per come è stata ricostruita la storia di mio padre, sia nella mostra che nel docu-film “Giuseppe Taffarel il realismo della memoria”, realizzato molto bene da Stefano Faraon e Alberto Cecchin“, dice la figlia, che quando aveva 8 anni fu la protagonista del documentario “L’ultimo contadino”, girato nel 1975 dal padre ad Auronzo di Cadore sulla vita di una famiglia contadina di Auronzo, analisi della drammatica realtà dovuta dallo spopolamento della montagna veneta. “Io impersonavo la figlia di Alziro Molin, il contadino. Sono proprio suoi gli occhi che si vedono nel manifesto della retrospettiva – spiega Michela Taffarel, – Mio padre diceva che nel cinema un primo piano si deve tenere, tenere e ancora tenere per tanto tempo, in modo che lo spettatore possa entrare nell’anima del protagonista attraverso il suo sguardo“.

Al Teatro Da Ponte erano presenti oltre 150 persone, ma l’incontro è stato seguito anche in diretta web nel canale You Tube del Comune di Vittorio Veneto. Il sindaco Antonio Miatto ha ricordato Giuseppe Taffarel quale eccellenza vittoriese (era nato a Forcal il 1° marzo 1922), in grado di rappresentare come pochi altri l’era della civiltà contadina, mentre l’assessore Uliana ha sottolineato il valore della retrospettiva che occuperà interamente Palazzo Todesco, tra cui gli spazi del primo piano da poco restaurati. Di Giuseppe Taffarel combattente della Resistenza in  Cansiglio, con il nome di battaglia “Katin”, ha parlato Maria Chiara Marangon dell’Anpi vittoriese, che ha in serbo altri due eventi il 23 e 24 aprile per ricordare il regista – partigiano.

La retrospettiva e il docu-film  mi hanno fatto scoprire sfaccettature di mio padre che non conoscevo, pur essendogli stata vicina per 45 anni. – sottolinea la figlia – Tutto l’ottimo il lavoro fatto da I Am per questa mostra lo racconta come uomo e artista in modo meticoloso  e introspettivo. E’ un perfetto mosaico che ripercorre tutto il lavoro di papà, senza cadere nella retorica e nella banalità”. 

“Giuseppe Taffarel Il realismo della memoria” sarà proposto in loop ai visitatori della mostra, proiettato nel sottotetto di Palazzo Todesco, che Michela definisce un “palazzo parlante”, perché in ogni sala c’è un monitor che trasmette continuamente interviste fatte al padre, i suoi cortometraggi più noti e il film di “Achtung! Banditi!” di Carlo Lizzani, di cui Taffarel fu coprotagonista insieme a Giuliano Montaldo e a Gina Lollobrigida nel 1951. E’ questa la sua più nota prova d’attore, in seguito deciderà di fare lo sceneggiatore e mettersi dietro alla macchina da presa.

Completano il percorso espositivo documenti inediti, reperti, un ricco apparato fotografico e grafici con le dettagliate descrizioni  del pensiero alla base dei cortometraggi di Taffarel e le procedure per realizzarli, con soluzioni cinematografiche all’avanguardia per l’epoca.

“Vengono anche riproposti i suoi documentari sportivi degli anni ’60, che forse sono  meno noti rispetto a quelli sulla montagna o la vita contadina, ma ugualmente molto validi” conclude Michela Taffarel. Anche la città di Belluno ieri ha ricordato il decennale della scomparsa del regista con la proiezione, alla sala Bianchi, di “La solitudine” (1966), cortometraggio preparatorio a un lungometraggio non realizzato sulla vita di un barbone a Roma. La retrospettiva “Insistenze” è aperta alle visite dal venerdì alla domenica negli orari 10-12 e 16-19, per altri orari è necessaria la prenotazione (I AM tel. 0438-554217, info@palazzotodesco.it).

(Fonte: Cristiana Sparvoli © Qdpnews.it)
(Foto e video: Qdpnews.it © riproduzione riservata).
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