Grazie alla professoressa Maurizia Manto, storica locale famosa per i suoi studi sull’Abbazia benedettina di Santa Bona e per altri approfondimenti sulla storia del territorio, Qdpnews.it è andato alla scoperta del Monumento ai Caduti di Vidor in cima alla collina del Castello.
Questo sito è stato molto conteso nei secoli e ora rappresenta uno dei “luoghi del cuore” dei vidoresi che amano raggiungere la cima del colle per ammirare un panorama mozzafiato sulle colline Unesco.
Nel periodo medievale, proprio dove ora si trova il Monumento ai Caduti, c’era la chiesa di Santa Maria in Castello che è stata chiesa parrocchiale di Vidor fino all’inaugurazione della nuova chiesa del paese nel 1748.
Prima degli scossoni provocati dalle idee dell’Illuminismo, questo luogo ha rivestito per molti secoli un punto di riferimento per la spiritualità dei vidoresi.
L’Illuminismo, infatti, si è contraddistinto per il contrasto al pensiero religioso tradizionale e al dogmatismo con molti filosofi illuministi che hanno cercato di svuotare di significato i valori della Chiesa per far prevalere la ragione umana mettendola al centro di una nuova società pronta al cambiamento.
“La chiesa di Santa Maria in Castello comincia a perdere la sua importanza quando il mondo cambia e le idee illuministe che invadono l’Europa arrivano anche dalle nostre parti – spiega la storica Manto – A Vidor l’Illuminismo si concretizza in diverse iniziative, come quelle economiche che portano allo sviluppo delle filande e, in riferimento all’aspetto religioso, alla costruzione della nuova chiesa nella piazza principale, intitolata al Santo Nome di Maria”.
In seguito l’antica chiesa del colle del Castello ha subito dei grossi danni durante la Prima guerra mondiale.
“Sarebbe stato molto interessante poterla ammirare ancora – aggiunge la storica Maurizia Manto – perché conteneva secoli e secoli di storia. Purtroppo, con la battaglia di Vidor, avvenuta proprio su questo colle tra l’8 e il 9 di novembre del 1917, la chiesa ha subito troppi danni ed è stata completamente distrutta. Quando i nostri vidoresi sono tornati dal profugato, si è deciso di costruire proprio in quel punto il nuovo Monumento ai Caduti che contiene esso stesso una chiesa intitolata alla Vergine Addolorata”.
“Questo luogo è un simbolo per tutti i vidoresi e anche per la sottoscritta – conclude la professoressa Manto – Per tutti quelli che sono nati ai piedi di questa collina questo posto è un luogo indimenticabile. Racchiude in sé tanti significati: prima di tutto il ricordo dei nostri padri che l’hanno voluto dopo la distruzione della guerra, quando il paese era completamente distrutto e, nella generale povertà, sono riusciti a costruire un monumento che ancora oggi parla per la sua bellezza, per la sua maestosità e per la pregnanza della sua spiritualità”.
In cima al Monumento ai Caduti di Vidor si trova la statua della Vittoria Alata nel campanile principale che guarda verso il Piave: essa rappresenta il simbolo della pace che il monumento vuole mandare a tutti gli uomini della terra.
Salire sulla collina del Castello di Vidor, fermandosi ad osservare l’orizzonte pensando a chi in questo stesso posto è morto tra atroci sofferenze, spinge a riflettere sul passato e sul futuro della gente del Piave.
La memoria di questi luoghi non può andare perduta e la storia del Monumento ai Caduti e di chi lo ha costruito merita di diventare un patrimonio di conoscenze da tramandare alle nuove generazioni affinchè il giovane, magari quando si scambia il primo bacio con la sua ragazza scegliendo questo posto per il paesaggio da cartolina, non cammini con indifferenza negli stessi punti calpestati più di un secolo fa da chi avrebbe voluto soltanto la pace.
(Fonte: Andrea Berton © Qdpnews.it).
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