L’Osteria dalla Gigia, dai tempi della “Gigetta” Crespan alla nuova gestione di Tosca, storia del tempio trevigiano della “mozza” in carrozza

Sans-souci alla spina, ovvero “spensieratezza alla spina” è la scritta che campeggia su l’insegna al neon dell'”Osteria dalla Gigia”. Bisogna riconoscere che negli anni al civico 20 di vicolo Barberia di “spensieratezza” se n’è spinata parecchia sotto forma di “sprizzetti”, ombre e vari elisir del buonumore. Dalla Gigia è un’istituzione per i Trevigiani per cui l’osteria, a due passi da piazza dei Signori, è una certezza rassicurante, dove la genuinità è di casa. 

“Se cerchi il lusso non entrare” ricorda una delle tante scritte che assieme a vecchi modelli di telefonini e salviettine autografate, arredano il piccolo locale. “Dalla Gigia” i muri parlano davvero, e lo fanno attraverso la miriade di tovagliolini che tappezzano la parete principale trasformata in un insolito libro degli ospiti. Incorniciati e appesi ci sono anche vecchi articoli di giornale e foto che documentano i vari passaggi di gestione del locale. “L’osteria-bar ha conservato la denominazione ‘Alla Gigetta’ – si legge in un vecchio articolo –  un atto di omaggio alla figlia del famoso Toni Crespan, detto “Spin”. E “Toni Spin” ha tenuto a battesimo anche la trattoria di via Inferiore, condotta in seguito dal fratello Gelindo. A Giovanni Celotti, primo gestore della piccola osteria di via Barberia, rimasto per ben mezzo secolo (inizialmente il piccolo esercizio si trovava dove c’è ora l’edicola di Alfredo Giudici) sono succeduti: Gigetta Crespan in Garatti per quasi vent’anni (dal 1952 al 1971), poi Mario Sartorelli, per altri otto” anni, ed infine, dal maggio 1980, la signora Ottorina De Pieri, con la collaborazione di Patrizia Bortoletto”. 

L’ultimo passaggio di testimone è avvenuto nell’estate del 2019 quando Sandro Valiera e Ovidio Gobbo, dopo 37 anni dietro al bancone, hanno ceduto l’attività all’appena trentenne Tosca Busato. “Prima di rilevare la ‘Gigia’ avevo già qualche esperienza nel mondo della ristorazione – racconta -.Questo locale è una scommessa, portarlo avanti significa custodire un’eredità importante. Nel primo periodo ho lavorato per un breve periodo fianco a fianco con Sandro e Ovidio per imparare i segreti del mestiere, conoscere i clienti, e, per usare un termine anglofono, calarsi nel ‘mood’ della Gigia. Per me è stato un grande salto – prosegue Tosca – fatto con una missione: mantenere la continuità con il passato. Negli ultimi tre anni nulla è cambiato; i fornitori sono gli stessi e anche le ricette dei cicchetti sono uguali”. 

Gli spuntini al banco sono la cifra stilistica del locale da abbinata alla nostalgica cedrata della casa. La mozzarella in carrozza (la “mozza”) è la più nota. Il segreto? “È la lievitazione della pastella, e poi la farcitura, rigorosamente prosciutto o acciuga – precisa Tosca per cui non sono ammesse deroghe – . Alcuni ce la chiedono in versione vegetariana, ma non cediamo. Come non cediamo ai prodotti pronti. Qui, tranne poche eccezioni, tutto è fatto in casa, dal pane alle salse, fino al ‘cedrino’ . La formula è semplice e funziona, ed è nostra intenzione lasciare tutto com’era ai tempi dei nostri predecessori. Chi ci conosce lo apprezza, e fa piacere vedere quanti giovani, anche giovanissimi, frequentano il locale. Poi ci sono sempre nuovi avventori che addirittura chiamano per prenotare un tavolo. Gli spieghiamo che questa è una cicchetteria, dove si consuma al banco o in piedi al tavolino da muro. Ai nuovi clienti, oltre alla mozzarella in carrozza, consiglio di provare le ‘scoasse de via Barberia’ la nostra iconica focaccia”. 

(Fonte: Rossana Santolin © Qdpnews.it)
(Foto e video: Qdpnews.it © riproduzione riservata).
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