“Giovani sognatori, del nostro territorio”: Irene Rosolen si racconta

Si era parlato di Irene Rosolen (classe 1984) pochi giorni dopo l’8 marzo 2021, in pieno lockdown, quando aveva coraggiosamente appena aperto le porte della sua attività: una libreria indipendente a San Vendemiano, in Piazza S. Marco al civico 2. Il nome evoca la goccia che scava la pietra: Libreria “Chiodo Fisso”. Irene, laureata in Giurisprudenza, aveva lavorato per anni in uffici legali di aziende, ma proprio quel “chiodo fisso” insisteva e spingeva verso qualcos’altro.

Parlare di persone che scelgono consapevolmente ascoltando il proprio sesto senso, che sfidano se stesse e credono che attraversare determinati rischi significhi ascoltare il proprio IO più autentico: se è vero che di fronte a tutti i grandi cambiamenti si prova angoscia – la terra che manca sotto i piedi – arrivano momenti in cui non ci si può più permettere di aspettare. Osservo. Opere d’arte e grandi fotografie di giovani artiste spiccano dalla loro postazione in alto sulla parete, richiamando l’occhio sui loro impasti di colore.

Vecchie valigie e cesti sono distribuiti con gusto a terra, come isole di sorprese. Irene mi saluta con uno dei suoi sorrisi aperti, accompagnandomi al tavolo che staziona poco distante dalla vetrina (tutto è trasparente, tutto è alla luce del giorno). Libri sugli scaffali, organizzati per tematiche (infanzia, viaggi, donna, società, poesia, Veneto, Paesi e continenti, biografie…), Irene saluta alcuni clienti, li lascia incedere liberi nello spazio, curiosare, dilungarsi mentre già il libro che sceglieranno li osserva da una delle mensole, paziente… Noi, intanto, cominciamo.

Irene, volevo partire dalla domanda più difficile. Sei felice di aver fatto questa scelta professionale?

“Sì. È un’attività che mi ha dato e mi sta dando molta soddisfazione, vivo tra i libri, loro sono sempre stati la mia passione. Tutto questo risponde a un sogno che ha trovato il suo habitat, un luogo in cui mi sento a casa. Infatti, vedi come ho organizzato questa piccola libreria, la gente mi dice che è rilassante, che si sta bene e che sembra di essere nel salotto di casa. Io faccio anche scelte di acquisto molto soggettive, è una libreria indipendente, quindi si possono trovare libri insoliti e certamente non facilmente reperibili. I clienti sanno che qui si devono lasciar stupire”.

Puoi raccontarmi brevemente quali sono stati i passaggi fondamentali di questo cambiamento professionale?

“Beh, la storia è semplice, facevo una cosa completamente diversa, lavorando negli uffici legali di alcune aziende. Ho capito, nel tempo, che non era il posto per me, soprattutto per il clima che in alcuni ambienti può diventare difficile. Ho dato le dimissioni e dopo un’esperienza in Nuova Zelanda, dove ho potuto lavorare come volontaria presso alcune “Community Law Center” (organizzazioni no profit che offrono servizio gratuito di assistenza legale ai cittadini), sono tornata in Italia. Avevo già deciso di stabilire delle priorità: realizzare, crederci”.

Quali – se ci sono state – le difficoltà incontrate?

“Oltre a leggere e a documentarmi su testi specifici per la gestione di questo tipo di attività commerciale, ho preso esempio da altre librerie indipendenti per capire come muovermi. A parte gli investimenti iniziali, che naturalmente come per tutte le attività in proprio sono da mettere in campo, posso dire che con accortezza e affidandosi a una persona qualificata che possa suggerire anche le giuste strategie, l’inizio è stato buono.

A un anno dall’inizio attività mi ritengo soddisfatta, soprattutto perché ho potuto raccogliere una clientela che mi segue, che stima le mie scelte. Per me questa è la cosa più importante. Anche gli orari di apertura vengono incontro a esigenze non solo personali (sono mamma di una bambina), ma anche a quelle delle persone che lavorano e che vorrebbero dedicare tempo alle proprie passioni”.

Qui in libreria ospiti eventi periodici, inoltre hai collaborato con il CAV (“Centro Anti Violenza”- sede di Vittorio Veneto) e con i C.E.O.D. del territorio, sei stata presente a diversi centri estivi oltre che a varie manifestazioni con il tuo bagaglio di libri itinerante.

“Sì, amo uscire dalla libreria perché credo sia giusto mettersi di nuovo in contatto, i libri devono tornare ad essere oggetti desiderabili. Tengo letture pubbliche per dare voce a testi talvolta poco conosciuti. Martedì 11 ottobre alle ore 20.30, ospiterò un evento gratuito, su prenotazione (pagina Facebook/Instagram “libreria Chiodo Fisso” – e-mail info@libreriachiodofisso.it), dedicato al libro “Nonostante tutte” di Filippo Maria Battaglia. Il tema è “Donne, storia, scrittura autobiografica”, una serata per raccontarsi, con la guida di Ione Candotti”.

(Autore: Tullia Larese Roia)
(Foto: Elisa Cesca).
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