È possibile fare un viaggio nel tempo nel Neolitico, nell’Età del Rame e nell’Età del Bronzo rimanendo nell’Alta Marca Trevigiana?
Grazie al Parco Archeologico Didattico del Livelet, che riapre in questi giorni dopo l’emergenza Coronavirus, il visitatore potrà essere catapultato nel passato vivendo un’esperienza a 360 gradi e sperimentando gli usi e i costumi delle civiltà protagoniste di quelle specifiche epoche storiche.
Una vera e propria missione che ha come obiettivo quello di raccontare storie e culture alle nuove generazioni, scorgendo nella didattica un fattore culturale chiave per l’offerta turistica.
Non solo storia ma anche tanta natura, visto che il sito è inserito all’interno di un contesto naturalistico di assoluto pregio con numerose specie animali e vegetali che in questi luoghi hanno trovato le condizioni ideali per il loro sviluppo.
Revine Lago e i suoi bacini lacustri sono ricchi di storia e in passato sono stati fonte di sostentamento per le popolazioni che occupavano l’area che oggi rappresenta un sito dall’indiscutibile richiamo turistico, capace di offrire un ricco programma di eventi e di iniziative anche con laboratori pensati per “piccoli esploratori”.
Le amministrazioni comunali di Revine Lago e di Tarzo hanno proposto nel 2011 l’istituzione del Parco dei Laghi della Vallata grazie al supporto della Provincia di Treviso e della Regione Veneto.
Lungo le sponde erano già presenti sentieri, aree verdi attrezzate e il Parco Archeologico Didattico del Livelet, con archeologici e appassionati impegnati nella divulgazione delle specificità archeologiche e naturalistiche del sito.
Il progetto del Parco dei Laghi ha fornito l’opportunità di potenziare le realtà esistenti e di creare nuovi servizi con il completamento del sentiero intorno ai laghi: un percorso di quasi otto chilometri tra canneti, saliceti, spiagge, aree verdi, terreni agricoli e centri storici di pregio, arricchito con pannelli informativi e collegato alla viabilità primaria e secondaria dei due Comuni e alle zone di parcheggio.
Strategico il posizionamento di una passerella galleggiante di collegamento fra l’area del Livelet e il Lido di Lago ed è opportuno ricordare che i Comuni di Tarzo e Revine Lago, inoltre, hanno voluto che si realizzasse un ponte sopra il canale che collega i due laghi nella zona chiamata Stret, conosciuta anche per alcuni importanti ritrovamenti archeologici.
Il Parco Archeologico Didattico del Livelet, con le sue inconfondibili palafitte nelle quali sono stati ricreati, con dovizia di particolari, gli ambienti di vita di vari periodi storici, è nato nel 2007 dall’accordo tra la Provincia di Treviso, la Comunità Montana delle Prealpi Trevigiane e il Comune di Revine Lago.
Si tratta di un vero e proprio museo a cielo aperto in cui è possibile visitare le ricostruzioni di tre palafitte dedicate al Neolitico, all’Età del Rame e all’età del Bronzo.
Il gestore del Parco è l’Unpli Treviso, in convenzione con il Comune di Revine Lago e il Consorzio delle Pro Loco del Quartier del Piave. All’interno del sito operano archeologi professionisti, guide naturalistiche dell’associazione “Naturalmente Guide” e volontari della Pro Loco di Revine Lago.
L’obiettivo principale è quello di valorizzare i ritrovamenti effettuati nel vicino sito di Colmaggiore di Tarzo e gli aspetti naturalistici della zona lacustre.
Il punto di forza del Parco Archeologico Didattico del Livelet è la sua capacità di aiutare a scoprire in modo interattivo, coinvolgente e scientificamente coretto la vita quotidiana sulle rive dei laghi fra 6.000 e 3.500 anni fa, sottolineando il rapporto dell’uomo con l’ambiente naturale dalla Preistoria ai giorni nostri.
Con il ritorno graduale alla normalità in questa seconda fase dell’emergenza Coronavirus, torneranno le visite guidate alle palafitte e i laboratori a tema per il pubblico, le famiglie e i gruppi organizzati.
Inoltre, nel Parco Archeologico Didattico del Livelet si organizzano attività estive speciali e percorsi didattici per scuole di ogni ordine e grado.
Questo sito rappresenta un valore aggiunto per tutta l’Alta Marca Trevigiana e merita di essere custodito, rispettato e valorizzato anche grazie a una comunicazione corretta che sappia raccontare l’offerta turistico-culturale e le potenzialità di un’area unica in tutta la Provincia di Treviso.
(Fonte: Andrea Berton © Qdpnews.it).
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