Le emozioni della mostra delle ciliegie di Maser: a ogni frazione la propria storia, per ogni produttore un aneddoto

 

In questa stagione Maser viene chiamata “città delle ciliegie”, ma qualcuno potrebbe dire che il nome corretto sarebbe al plurale: non si tratta infatti soltanto di un unico punto in Maser, ma di tutte le sue frazioni, che assieme creano un vero e proprio percorso nella storia e nella tradizione di questo piccolo frutto rosso.

Dalla fontana davanti a Villa Barbaro, dove la Pro Loco ha installato la propria sezione, si arriva agli estremi del paese, da Muliparte a Crespignaga e verso Madonna della Salute.

Riunire tutti i produttori di un paese dove le frazioni hanno ancora oggi un gran valore è stata un’impresa per la Pro Loco e per l’amministrazione comunale, eppure anche quest’anno la mostra della Ciliegia si è svolta, sebbene in modo diffuso, senza una vera e propria festa che riunisse tutti i presenti in un’unica aggregazione.

I turisti che in queste giornate soleggiate hanno visitato Maser hanno potuto godere di una costellazione di punti vendita, ognuno con i propri diversi aneddoti riguardo a questo mondo, che è molto più vasto di quanto si possa pensare, ma anche a molto altro: in paese non esiste soltanto la ciliegia, ma anche l’olio e vari tipi di vino, oltre alla storia, all’arte e alla cultura

Non è forse tanto nell’acquisto, quanto nel dialogo con i produttori che rimane un’esperienza “gustosa” della ciliegia: quella della vendita è l’ultima fase, magari la più piacevole, ma i procedimenti che anticipano la coltivazione di questo frutto, soprattutto per coloro che vogliono un ottimo equilibrio tra qualità e quantità, richiedono molta fatica e determinazione.

Qdpnews.it ha attraversato Maser intervistando i produttori sulle loro impressioni e alla ricerca di aneddoti e segreti su questo universo. 

Chi sceglie di intraprendere questo percorso può farsi raccontare che la differenza tra una ciliegia e un durone è dovuto a quasi un mese di differenza nella maturazione, che le scale hanno gradini più ampi per fare in modo che chi raccoglie possa incastrare il ginocchio, che una biosfera ha bisogno di una certa varietà nel proprio panorama, che il successo della ciliegia a Maser è nata dall’intuizione sia di imprenditori che facevano tutt’altro sia da chi ha saputo mantenere accesa la fiamma di una tradizione ereditaria.

C’è chi fa questo mestiere da quarant’anni, come il signor Agostino Pandolfo, a Crespignaga, chi da tre generazioni come Moreno Piccolo, in alta quota a Costa, c’è chi lo porta avanti come secondo lavoro o chi usa al meglio le proprie capacità di marketing per fidelizzare i clienti come Silvano Battaglia, c’è chi lo fa in famiglia e chi porta avanti una missione più definita di promozione territoriale, come Claudio Crotti. E poi molti, moltissimi altri, che semplicemente fanno della ciliegia e non solo il proprio simbolo in queste prime settimane d’estate.

Scopriamo anche che, secondo la maggior parte di coloro che ne coltiva, la qualità della ciliegia è assolutamente proporzionale alla quantità prodotta: più si pota e si cura un albero, più le ciliegie diventeranno belle, grandi e succose. Un ecosistema che, in un certo senso, parrebbe proteggere da solo la propria unicità.

A proteggere e ordinare il lavoro di questi produttori, c’è un brevetto comunale il De.Co. che permette alle ciliegie di Maser di distinguersi da tutte le altre, perché sviluppate in un contesto come quello del panorama collinare asolano.

Il paese passeggia verso una prospettiva di turismo slow, la stessa della vicina Asolo, all’ombra dei tre simboli del territorio, Villa Maser, il Tempietto di San Giorgio e appunto la ciliegia: quest’atteggiamento, specialmente in un momento di rinascita come questo, potrebbe portarla a diventare sempre più una meta ambita per il turismo nazionale e internazionale insieme alla biosfera che la circonda.

 

(Fonte: Luca Vecellio © Qdpnews.it).
(Foto e video: Qdpnews.it © riproduzione riservata).
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