Nonostante il titolo, che non nasconde la citazione a un film che ha fatto la storia del cinema di guerra, quella in oggetto non è un’escursione in alta quota, ma di una passeggiata “domenicale”.
Un paio di ore sono sufficienti per affrontarla a passo medio e, a dirla tutta, non è nemmeno necessario seguire il sentiero così come è segnato per godersi la vista finale: le colline che caratterizzano Asolo e Maser, a partire da Pagnano fino al confine con il comune di Cornuda, sono infatti segnate da decine di sentieri e stradine, ruscelli e punti panoramici, da scoprire e collezionare. In alcuni punti è possibile arrivare risalendo “verticalmente” la collina, in altri è necessario circumnavigarla.
Partire da Crespignaga, da quello che un tempo era il sito dove giacevano i resti del castello della frazione, non è che una delle possibilità, che anzi può venire variata, allungata, accorciata a seconda del tempo a disposizione e della voglia di proseguire.
In certi casi, soprattutto per chi non teme di farsi un tratto “off road”, è possibile raggiungere dei luoghi davvero mozzafiato: bisogna tuttavia fare attenzione a non penetrare in zone private, che non sono sempre ben delineate dalle recinzioni e segnalate dai cartelli.
Salendo quindi per via San Marcuola a Crespignaga si raggiunge un crocevia, dove una casa rustica fa da angolo alla strada: proseguendo per un sentiero sterrato, più a destra rispetto al proseguimento della via, si apre un sentiero ampio che ben mostra la biodiversità in cui il comune e i suoi abitanti convivono: dalla classica foresta di rovi e castagni, ampie coltivazioni d’ulivo costellano la collina, rappresentando un’alternativa ai vigneti, che invece sono generalmente posti più a valle.
In questo periodo, inoltre, grazie a una primavera decisamente in anticipo, è possibile vedere sul terreno l’inizio del processo di fioritura di diversi specie di fiori, anche agevolato dalla presenza di un ruscello. È proprio, a metà della collina, passato un gruppetto di casa che è possibile avvistarli: una mezza dozzina di rapaci, che sorvolano la collina e “gridano”.
Si tratta di poiane, rapaci con un’apertura alare tra i centodieci e i centoquaranta centimetri: predatori non abili come le aquile, ma comunque letali per i piccoli animali che abitano il sottosuolo e il nostro bosco.
In lontananza e a occhio nudo, differenziare una poiana da un falco è difficile: ma, secondo la testimonianza di alcuni cacciatori, incontrati lungo il percorso, anche alcuni gheppi, a partire da maggio, abiterebbero le fronde dei castagni sotto San Giorgio.
La passeggiata continua ritrovando un’altra serie di abitazioni: scartandole sulla destra si raggiunge un altro ruscello e un’altra collina: un centinaio di metri più avanti, oltre una casa oramai abbandonata e distrutta, un promontorio fa da “molo” sulla veduta di Maser quasi a 180 gradi.
Sul posto c’è un pozzo e qualche ciliegio per ripararsi dal sole, ottimo per ospitare i picnic: una prospettiva che arriva a mostrare, nelle giornate in cui il cielo è terso, anche orizzonti davvero lontani, orizzonti di cui avremo bisogno una volta che stare a casa non sarà più necessario.
(Fonte: Luca Vecellio © Qdpnews.it).
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