“Giovani sognatori, del nostro territorio”, la storia di Monica Stella, voce e interprete locale

Nelle parole viviamo. Di parole nutriamo la nostra anima. Le parole possono lavorarci come argilla, a seconda che vogliano ferirci o spronare, mortificarci oppure onorarci e sollevarci in alto, verso altezze impreviste e straordinarie. Di parole ed emozioni, vorrei parlare oggi. Fermarsi ad ascoltare non è soltanto una questione di volontà, quanto piuttosto di abitudine. Meglio, di necessità: ciascuno di noi è stato bambino e ha vissuto la potente magia del perdersi, con il racconto di storie e leggende, negli sconfinati mondi dell’immaginazione.

L’uomo ha bisogno di farsi raccontare delle storie, per tutta la vita ha bisogno di ritrovare quel calore. Perché esso è legato a quell’antica sensazione di “casa”, di “nido di emozioni”, rievocata dalla condizione del “sentire” nel senso latino del termine, di “dirigere verso qualcosa i sensi”. La forza delle parole è dunque al centro del mio incontro con un’altra giovane sognatrice: Monica Stella (classe 1980), nota voce e interprete del nostro territorio. Ci rivediamo oggi dopo l’ultimo evento condiviso il 19 novembre scorso, la presentazione del volume del poeta Luciano Cecchinel, “Per i giovani figli perduti. Antologia di poesie e prose”, per i tipi di Ronzani. ­Cominciamo.

Monica, il tuo curriculum annovera incontri importanti, prestigiosi. Puoi raccontarmi com’è nata questa tua passione, molti anni fa?

Che strano doverti parlare di me e del mio percorso teatrale! Difficile fermarsi a volte per guardarsi indietro… Chissà perché, sono sempre stata attratta dal teatro. Quando, in quarta superiore, mi è stata data la possibilità di partecipare ad un primo stage, ho subito accettato. Ho passato i provini per “Aperta Scena” di Carbonera, un percorso formativo grazie al quale ho potuto iniziare una prima breve formazione e lavorare con Vittorio Gassman, Paola Gassman, Ugo Pagliai, Carlo Rao, guidata da alcuni attori dell’Avogaria di Venezia. Lì ho capito che volevo imparare di più.

Grandi nomi, esempi che ti hanno sicuramente dato la spinta ulteriore verso questa direzione. Quali sono le due esperienze che puoi citare quali punti focali del tuo itinerario?

La prima esperienza che mi ha fatto progredire come professionista risale al 2001, quando mi sono avvicinata alla compagnia “Collettivo di Ricerca Teatrale”, sotto la regia di Carlo De Poi, dove ho conosciuto persone che mi hanno mostrato la vita e il teatro con occhi diversi.

La seconda esperienza quando ho conosciuto l’associazione “P.A.Tirindelli, la Romanza da Salotto e la musica lirica”, prestando la mia voce nella recitazione di poesie durante i concerti.

So che il 2001 è un anno particolarmente importante, per te, per un altro motivo.

Sì, è anche l’anno dell’uscita di “Sovrimpressioni”, volume di poesie di Andrea Zanzotto, che ho affiancato con la recitazione dei versi. Ho avuto la possibilità di studiare con lui, di conoscerlo meglio come uomo e come poeta e di imparare tantissime sfaccettature sui suoi componimenti. Grazie a Zanzotto ho conosciuto Luciano Cecchinel.

Quali altri autori hai potuto conoscere da vicino, negli anni?

Ho avuto la fortuna di presentare decine di libri di svariati autori, come per esempio Fulvio Ervas, Paolo Malaguti, Danilo Stramare, Terenzio Gambin. Tutti mi hanno donato un arricchimento umano, un tassello in più nel puzzle della mia vita.

Oltre all’interpretazione di testi e poesie, ti occupi oramai da tempo anche di regia teatrale. Mi racconti di cosa si tratta? Ci sarà una manifestazione proprio in questo mese di dicembre, da te curata.

Esatto, coordino anche eventi che prevedono la collaborazione di molte associazioni o comunque di molte persone ed è sempre interessante confrontarmi con realtà diverse e proporre il mio modo di sviscerare una vicenda, argomentandola con musiche, con l’uso di registri diversi…è affascinante che le persone si ricordino del tuo lavoro a distanza di anni, per aver regalato loro un ricordo dimenticato, un’emozione.

Sappiamo quanto il settore della cultura, in generale, abbia sofferto negli ultimi anni a causa della pandemia. Si temeva non si potesse più sollevare questa situazione di perdita, di stallo. Ora, per quanto ti riguarda, hai notato una ripresa?

Il Covid ha fermato il contatto sociale, non è stato facile. Ho pubblicato delle letture per bambini online, ma non facevo che pensare se sarei mai stata in grado di rimettermi in gioco nel mondo reale. E invece gli spettacoli sono ripresi. Attualmente sto gestendo la regia de “Il presepe vivente” con il “Gruppo Teatrale di Collalto” dove tutti, come in una grande famiglia, contribuiscono alla realizzazione della manifestazione (1° spettacolo: il 26/12/2022, ore 17:00 – 2° spettacolo: il 07/01/2023, ore 15:00). Inoltre sono coinvolta nell’evento promosso dal “Consorzio Pro Loco Q.d.P. Faville di Palù” per il Panevin 2023, che si terrà il 5 gennaio alle 17:00 in p.zza Albertini a Mosnigo, con la consueta benedizione del fuoco e la partenza dei tedofori che andranno ad alimentare i falò del proprio paese. Spero verrete a sentirci!

Ultimo punto, cardine di queste mie chiacchierate con i “sognatori del nostro territorio”: cosa suggerisci ai giovanissimi, alle ragazze e ai ragazzi che stanno volgendo lo sguardo al proprio futuro?

Ai giovanissimi mi sento di dire di agire d’istinto, di cercare senza timore il confronto con le persone perché certo, il web offre molto, ma rapportarsi agli altri nella realtà senza filtri ti fa capire chi sei veramente

(Fonte: Tullia Larese Roia © Qdpnews.it)
(Foto: per concessione di Monica Stella).
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