Il duomo di Conegliano, vera opera d’arte tra gli affreschi del Pozzoserrato e la pala del Cima

Via XX Settembre a Conegliano è uno dei centri storici più interessanti dell’Alta Marca Trevigiana. Le due lunghe file di palazzi che si raffrontano da una parte e dall’altra della strada sono un libro aperto di storia dell’affresco locale e delle decorazioni lapidee. Tra questi edifici, unico nel suo genere è sicuramente il duomo di Santa Maria Annunziata e San Leonardo, chiesa principale della città dall’aspetto esteriore di dimora signorile.

La sua facciata, infatti, composta di un lungo portico con archi a sesto acuto e da una serie di trifore al piano superiore, si inserisce senza strappi nel tessuto urbano appena citato. L’origine di questa particolarità è da ricercarsi nella sua storia: l’edificio nasce infatti a metà del XIV secolo come sede della confraternita dei Battuti e solo nel Settecento assume la funzione di duomo, andando a sostituire il precedente collocato presso il castello.

L’attuale pianta della chiesa, di matrice Quattrocentesca, è frutto di una serie di rimaneggiamenti occorsi lungo i secoli, tra i quali una drastica modifica al transetto negli anni cinquanta del Novecento. La presenza delle tre navate non è percepibile dalla strada, nascosta com’è dal portico affrescato dall’artista fiammingo Pozzoserrato, nel 1593. Egli inserisce tra una trifora e l’altra scene dell’Antico Testamento, collocando fra queste anche un’insolita rappresentazione dei Battuti, che da un vascello in tempesta pregano la Madonna. Non mancano poi sibille e profeti sui loro scranni e la personificazione della Carità cristiana, il tutto in corniciato da finte partizioni architettoniche.

Attraversato il porticato – che sostiene al piano superiore la nota Sala dei Battuti – si accede al duomo tramite un portale rinascimentale. L’interno è scandito da due coppie di colonne e due pilastri, sulla superficie dei quali si trovano degli affreschi del 1491 raffiguranti i Santi Stefano e Lorenzo.

Dalle cappelle laterali fanno capolino interessanti opere d’arte, in parte provenienti da altre chiese del territorio: ad esempio, nella prima a sinistra troviamo il fonte battesimale Quattrocentesco – originariamente nella chiesa di Arfanta di Tarzo – e il Battesimo di Cristo di Francesco Frigimelica – da San Giovanni Battista di Conegliano .

Nello stesso ambiente troviamo poi un’altra opera del XV secolo, un Crocifisso ligneo di chiara influenza nordica precedentemente collocato presso l’altar maggiore. Oltre a questi, si segnala la presenza di lavori di Francesco Beccaruzzi, Palma il Giovane, Giuseppe Modolo e un altare marmoreo di Giuseppe Brescaccin e Marco Casagrande.

Se già la particolarità della facciata può lasciare piacevolmente stupito il visitatore, un altro motivo di stupore è il capolavoro collocato sulla parete absidale. Si tratta della Sacra conversazione di Cima da Conegliano – commissionata dai Battuti nel 1492 – la quale rappresenta in perfetto linguaggio rinascimentale dei santi cari alla confraternita, disposti ai piedi del trono dove siete la Madonna con il bambino. Dietro di loro si impone un arioso e raffinato sfondo architettonico, mentre alla base un cartiglio reca i nomi dei committenti e la firma del pittore.

Nonostante la pala abbia sempre avuto problemi di conservazione – tanto da richiedere un primo restauro già nel Cinquecento – è una gioia per la vista far indugiare gli occhi sugli innumerevoli, accuratissimi particolari che la compongono: sul caratteristico Giovanni Battista, tipico del Cima; sull’elaborato corsetto di Santa Caterina d’Alessandria; sul finto mosaico della sommità del dipinto; sulla delicata espressione della Vergine… Un lavoro che chiede a gran voce di essere fruito, assieme alle altre meraviglie che fanno dello stesso duomo di Conegliano una vera e propria opera d’arte.

(Fonte: Cristina Chiesura).
(Foto e video: Qdpnews.it © riproduzione riservata).
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