Conegliano, la Fondazione Casa Bernardi dal 1994 è sinonimo di cura sostegno e stimolo per i minori in difficoltà sociale

La parola casa ha diverse declinazioni e la fondazione Bernardi incarna il primo significato profondo, quello di una vera casa, intesa come luogo di rifugio e rassicurazione.

Nata nel 1995, la fondazione ha una storia che inizia con una tragedia, ma parla di amore verso il prossimo e generosità.

A rendere tutto possibile infatti è stata Maria Antonietta Bernardi, un’insegnante di Colfosco messa a dura prova dalla vita: dopo la morte di tutti e tre i suoi figli (di cui due con handicap gravi) e del marito, finisce per donare la sua eredità al comune di Susegana, da impiegare per attività a favore dei portatori di handicap.

Il progetto si trova però in sovrapposizione con l’istituto la nostra Famiglia, già attiva all’epoca: è così che si indirizza verso un nuovo statuto e nasce l’organizzazione rivolta a minori in difficoltà sociale.

L’associazione oggi presieduta da Mario Secolo, alla guida della comunità da ormai 19 anni, può contare su 3 ‘case’, site in due immobili differenti: casa del Canton a Parè di Conegliano ospita bambine e adolescenti femmine dai 6 ai diciotto anni. Casa Colomban e casa Mario si trovano invece all’interno dello stesso grande stabile sede dell’associazione, e ospitano rispettivamente adolescenti maschi e adolescenti misti. In più vi è un’ala riservata a centro diurno, dove ulteriori ragazzi passano i pomeriggi.

“Nelle nostre strutture ci prendiamo cura di massimo otto ragazzi per casa, con l’obiettivo di portarli a una reale autonomia – racconta Simone Maset, responsabile educatore di casa Colomban – li seguiamo individualmente o in gruppo, tenendo conto che per ciascuno di loro il percorso è diverso e spesso abbiamo a che fare con patologie o sindromi che necessitano trattamenti specifici”.

L’approccio educativo dei ragazzi ospiti all fondazione Bernardi si appoggia a uno stile di vita famigliare che comprende una grande affettività e relazioni costanti.

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La permanenza in queste strutture è dovuta a situazioni famigliari temporaneamente compromesse o fragili, quindi “A maggior ragione l’impegno di noi educatori – dice la responsabile educatrice Mitia dalle Vedove – è di rendere quest’esperienza confortevole e rassicurante, completandola con attività sportive, ricreative e culturali”.

Gli spazi e gli orari scanditi dalla routine delle case infatti rispecchiano quelli di una famiglia qualsiasi: sveglia alla mattina presto, colazione con gli educatori e poi il viaggio a scuola. A pranzo i ragazzi si riuniscono per mangiare e poi si dedicano ai compiti e alle rispettive attività ricreative fino all’ora di cena.

Dal momento che gli ospiti sono tutti minorenni, è molto utile il cosiddetto “spazio neutro”, richiesto spesso dal tribunale dei minori.

In questa stanza, spiega Mario Secolo, avvengono incontro protetti fra bambini piccoli e i loro genitori: spesso infatti per la loro custodia la famiglia è in situazione conflittuale e gli incontri video registrati possono essere utili al giudice.

Così come ci sono ambienti dedicati agli incontri progetti, ci sono anche quelli cosiddetti “di sgancio”, che possono venire sfruttati da quei giovani ormai maggiorenni che hanno bisogno di un vero e proprio trampolino per lanciarsi nel mondo: un appartamento in sede separata dalla struttura principale, che funge da base di partenza per un autonomia reale e che permette loro di organizzare la propria vita in termini di adulti.

Dal ‘94 la fondazione ha accolto circa 300 minori e sono in molti a ricordarla con affetto: la grande festa che si tiene ogni anno ha lo scopo di raccogliere nel grande giardino di Casa Bernardi diverse generazioni e storie di ragazzi ormai adulti, alcuni con famiglia e altri in cerca della propria strada.

“La giornata che organizziamo per incontrarci ogni anno è sempre emozionante, ci sono degli ospiti che arrivano con tutta la loro famiglia e vedere quanta strada hanno fatto è una soddisfazione per entrambe le parti”.

La fondazione si trova oggi come quasi 30 anni fa, ad essere un punto di riferimento per molte generazioni di adolescenti con un passato difficoltoso: il supporto di un ambiente protetto come quello che offre Casa Bernardi fornisce loro un reale porto sicuro per assestarsi e crescere fino a formarsi come giovani adulti.

“Sappiamo di fare un lavoro importante, che può davvero cambiare le sorti dei nostri ospiti – dice Mario Secolo – siamo convinti che ci sia bisogno di più strutture come questa”.

A seguito delle crescenti domande provenienti dal territorio di fatto si è deciso di costruire una nuova comunità e un nuovo centro diurno a Campolongo, su un terreno dato in comodato d’uso per 50 anni dal Comune di Conegliano.

La costruzione sarà dedicata a Renato Sartor, compianto membro del Cda mentre il centro diurno sarà dedicato a Giobatta Grigolin fondatore dell’omonimo gruppo.

Per la realizzazione di questa opera è stata lanciata l’iniziativa “Dona un mattone anche tu”, dove i cittadini, ma anche le associazioni o chiunque sia interessato, potrà contribuire a
completare la struttura e di accogliere i minori che necessitano di sostegno e cure.

(Fonte: Alice Zaccaron© Qdpnews.it)
(Foto e video: Qdpnews.it © riproduzione riservata).
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