Che cosa significa il termine “ricerca scientifica indipendente”? Questo interrogativo è il focus di una nuova puntata della serie di servizi dedicati al tema della prevenzione della salute, un argomento che verrà affrontato dal medico cardiologo Giuseppe Berton, fondatore e presidente dell’ABC (Adria, Bassano, Conegliano and Padova Hospitals) Study on heart disease Association-Foundation-ONLUS, con sede all’Ospedale de Gironcoli di Conegliano.
“La ricerca scientifica è alla base della maggior parte delle cose che si fanno in medicina – è la premessa fatta dal medico – ed è un mondo variegato, con molti aspetti e diramazioni importanti da valutare. Per la maggior parte viene fatta nel breve periodo, nel quale devono essere ottenuti dei risultati (si veda ad esempio il caso del test di un farmaco per un’industria farmaceutica)”.
“In generale, nel lavoro di ricerca clinica la popolazione da studiare viene selezionata, per motivi metodologici della ricerca stessa – ha proseguito – e questo fa sì che non si abbia sempre una visione generale della malattia e del paziente. Nella ricerca scientifica, inoltre, ognuno tende ad esplorare il proprio campo, tralasciando altri aspetti”.
Cosa cambia quindi con la ricerca scientifica indipendente?
“Essa è libera da tutti i limiti citati – ha risposto il dottor Berton – Si possono prendere dei campioni dalla popolazione reale (“real world population”), che, se serve, vengono seguiti a lungo termine, anche per molti anni, ad esempio 10 o più anni”.
“Uno dei problemi principali attualmente è il paziente cronico – ha aggiunto – Con la nostra Fondazione, noi seguiamo il paziente dopo che ha avuto un infarto al cuore, per lungo tempo. In questo modo possiamo seguire sia gli eventi cardiovascolari sia quelli non cardiovascolari che sono fondamentali per la prognosi, (inclusa la sopravvivenza) del paziente. Conoscere bene gli eventi e la prognosi del paziente è importante, soprattutto per la riuscita della cura”.
Come ha sottolineato il dottor Giuseppe Berton, più la medicina moderna deve affrontare le frequenti e complesse poli-patologie dei pazienti, più diventa importante avere una visione globale del paziente nel suo insieme.
Ciò può aiutare a fornire una migliore terapia e, di conseguenza, assicurare un beneficio al paziente. Secondo quanto ribadito dal medico cardiologo, quindi, favorire e sostenere la ricerca clinica indipendente è forse una delle cose basilari per prenderci cura della nostra salute e per favorire la prevenzione.
(Fonte: Arianna Ceschin © Qdpnews.it)
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