Tra le case e le tante viuzze del pittoresco borgo di Pialdier, in parrocchia di Trichiana nel comune di Borgo Valbelluna, si trova la chiesetta frazionale di Santa Barbara e della Santa Croce, uno scrigno di storia e di arte sacra.
Il suo valore artistico è contenuto all’interno della cappella laterale destra che originariamente era l’antico presbiterio; i diversi interventi di ampliamento avvenuti nei secoli hanno modificato la struttura dell’edificio fino a mutarne l’orientamento originario est- ovest.
In seguito a un lavoro di restauro verso la metà del Cinquecento, venne incaricato di affrescare la chiesa il noto artista trevigiano Paris Bordon (Treviso, 5 luglio 1500 – Venezia, 19 gennaio 1571) che fra il 1542 e il 1543, dopo il suo rientro dalla Baviera, aveva affrescato la chiesa di San Simone e Giuda Taddeo a Vallada Agordina.
Paris Bordon nella cappella di Pialdier lascia un interessante ciclo di affreschi sulle pareti e sulla volta.
La parete di fondo conserva un pregevole affresco con la Madonna con il Bambino in trono tra San Felice vescovo e Sant’Elena. La presenza del vescovo è certamente un manifesto richiamo all’antica pieve di San Felice che si trovava poco distante dal corso del fiume Piave, là dove vi era un passo barca per il passaggio e il traporto di persone, animali e oggetti. Esplicativo il movimento e il gesto compiuto dal Bambino Gesù che sembra staccarsi dal braccio della Madre per poter toccare il legno della Croce. Un atto eloquente con cui Gesù anticipa quanto avverrà nella Sua crocifissione. Chi sostiene la Croce è Sant’Elena, la madre dell’imperatore Costantino. Elena che era nata in Bitinia, dopo essersi convertita al cristianesimo, si recò in pellegrinaggio in Terrasanta e in tale occasione ritrovò le reliquie della Santa Croce. Ecco perché l’artista Paris Bordon la coglie nell’atto di sostenere la Croce.
Sant’ Ambrogio parlando di Elena, la definisce come “la grande donna di santa memoria”.
Entro le vele della volta Paris Bordon pone tra i Dottori della Chiesa proprio Sant’Ambrogio, vescovo di Milano con in mano un flagello; con lui si notano Sant’Agostino vescovo di Ippona sopra all’arcone, San Gregorio con la tiara e San Gerolamo in abito cardinalizio.
Tornando alle pareti della cappella, a sinistra sono affrescati i due santi taumaturghi San Rocco e San Sebastiano, protettori contro la peste che continuava a minacciare la salute insieme ad altre pericolose epidemie.
Sulla parete opposta si possono vedere San Giacomo Maggiore, apostolo, fratello di San Giovanni evangelista. Fu testimone della Trasfigurazione e dell’agonia di Gesù nell’Orto degli Ulivi. Morì come martire sotto il potere di Erode Agrippa. Accanto vi è San Giovanni Battista che, dopo aver scelto la vita eremitica, si diede alla predicazione battezzando nelle acque del Giordano; anch’egli morì da martire, brutalmente decapitato.
La bellezza straordinaria di questi affreschi venne coperta verso la metà del Settecento con l’imbiancatura dei muri per riapparire nel secolo scorso. Dopo gli ultimi restauri gli affreschi hanno ripreso lo splendore cromatico originario dato da Paris Bordon.
Negli anni Venti del Novecento, in occasione dei lavori di ampliamento, la chiesa Della Santa Croce di Pialdier, cambiò non solo l’orientamento, ma anche il nome, e venne intitolata a Santa Barbara martire, condannata, a causa della sua incrollabile fede, alla decapitazione. La santa viene ricordata il 4 dicembre come protettrice dei minatori e invocata dai contadini contro il pericolo dei fulmini.
(Autore: Paola Brunello)
(Foto e video: Simone Masetto)
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